Paolo Canevari, mettono il suo pubblico a confronto con questioni politiche e filosofiche molto dure. Nel corso della sua carriera, Canevari ha lavorato con una grande varietà di media, in particolare pneumatici e camere d’aria, pittura, disegno, performance, animazione e film.
La natura provocatoria delle opere di Paolo Canevari, i suoi legami con le ricerche della moda (Louis Vuitton e Wearable Art Projects) e il suo ruolo attivo nel panorama artistico di New York, dove ha vissuto e lavorato per molti anni, hanno fatto sì che Canevari fosse sotto i riflettori sia della stampa americana che di quella italiana.
Cardi Gallery è felice di presentare la prima grande mostra personale del lavoro di Canevari nel Regno Unito, un’ampia ricerca che esplora trent’anni di pratica dell’artista – il culmine di una collaborazione decennale con la galleria. Una mostra di qualità museale occupa quattro piani della sede londinese della galleria a Mayfair. Self-portrait / Autoritratto riunisce oltre 30 opere tra sculture, disegni e installazioni che spaziano dalle famose sculture in gomma degli anni Novanta fino alla serie più recente Monuments of the Memory: Landscape and Constellations, molte di queste opere esposte per la prima volta.
Self-portrait / Autoritratto illustra la visione del mondo di Canevari attraverso un processo creativo profondo e introspettivo. La mostra porta all’attenzione non solo una riflessione sull’io, ma anche – come spiega l’artista – “una lettura politica del fare arte, volta a misurare ciò che Pasolini aveva definito come ‘l’ingiustizia del mondo’. […] L’arte è una forza democratica e progressista, che quindi dovrebbe idealmente essere al servizio della società, non dei poteri forti. Nel mio lavoro, l’uso di icone, simboli e forme provenienti da varie culture sono un modo di richiamare l’attenzione sul loro vero significato, legato a dogmi o altre forme di potere; sono uno strumento per instaurare un dialogo con lo spettatore e stimolare una reazione. […] La natura “politica” del mio lavoro è solo una delle tante possibili interpretazioni di ciò che faccio. Ciò che desidero esprimere è un approccio radicale e sovversivo nei confronti dell’arte e dell’idea di arte così come è stata concepita e trasmessa dalla società consumistica globalizzata, perciò elevando il livello di percezione morale ed etica del mondo.”
L’ambiguità delle opere di Canevari, sospese nella loro estetica brutale tra ironica e inquietante, è emblematica della trasformazione sia concettuale che formale dei materiali industriali. L’olio e le sue applicazioni (gomma sintetica, olio motore di scarico, ecc.) sono al centro del suo linguaggio; nelle sue mani diventano simboli ambigui della violenza sistemica che permea il mondo in declino di oggi, dove la minaccia della guerra – sia in nome di valori spirituali che monetari – è incessante e la memoria dell’umanità è tragicamente troppo breve.
“Per me, un’opera d’arte è profondamente importante quando non si chiude in una struttura a senso unico – ideologica o tecnica – ma quando apre diverse prospettive per lo spettatore, ampliando quindi il suo pensiero”.
Paolo Canevari
In occasione della mostra sarà pubblicato un catalogo con un testo critico di Robert Storr; un’intervista all’artista Shirin Neshat e un omaggio a Canevari scritto da Andrea Camilleri.
Durante il periodo di apertura sono previste una serie di talk online con gli artisti e visite guidate alla mostra.