La pandemia da Covid 19, come sappiamo, è finita e da qualche giorno è stata dichiarata decaduta anche la relativa emergenza sanitaria internazionale. Sono cadute, infatti, tutte le misure istituite a partire dal gennaio 2020 per fronteggiare l’ondata di contagi con conseguenti pressioni sugli ospedali e numerose morti. Intanto anche in Italia si registrano cambiamenti riguardo all’approccio al virus: una circolare del ministero della Salute stabilisce nuovi criteri di monitoraggio.
Pandemia Covid 19 finita
Dopo 1221 giorni, il Covid 19 non rappresenta più un’emergenza sanitaria internazionale. L’annuncio è stato fatto lo scorso 5 maggio, dall’Organizzazione Mondiale di Sanità (OMS), durante una conferenza stampa tenuta a Ginevra. Non siamo più in emergenza poiché siamo passati da una fase di pandemia a una di endemia. La pandemia, come abbiamo imparato, è uno stato in cui un virus circola in più Paesi contemporaneamente generando un numero enorme di contagi e morti. Con l’endemia, invece, il virus circola ugualmente ma a livelli meno preoccupanti. Non genera le cosiddette ondate con relativi picchi di contagi e pressione sugli ospedali grazie a un’immunità diffusa ottenuta grazie ai vaccini. Numeri rilevanti si possono registrare solo con la comparsa di nuove varianti.
Da pandemia a endemia
Il virus, dunque, non è sparito e continua a circolare. Se in fase endemica, quindi, non è necessario attivare misure quali il distanziamento sociale occorre continuare a seguire piccoli gesti come lavarsi spesso le mani e indossare la mascherina in determinati contesti. Le persone anziane e i soggetti fragili, soprattutto, devono continuare a prestare la massima attenzione. Detto in termini semplici, con l’endemia inizia una nuova fase in cui l’uomo convive con il virus. Il Covid 19 segue lo stesso iter: tutte le misure prese dai governi e i comportamenti assunti dai singoli tenderanno a garantire una convivenza quanto più sicura possibile tra uomo e virus.
La Fase 3
In Italia, dove lo stato d’emergenza nazionale è terminato a marzo del 2022, siamo entrati nella cosiddetta Fase 3. Una fase in cui decadono tutti i provvedimenti di urgenza e tutte le misure più restrittive. Quest’anno l’approccio al virus è ulteriormente cambiato. Un nuovo decreto del ministero della Salute, risalente allo scorso marzo, ha stabilito un nuovo sistema di monitoraggio. I 21 indicatori sono stati archiviati e sostituiti da altri così come illustrato nella circolare del ministero. Come descrive sinteticamente la tabella contenuta nella circolare, i due fattori fondanti del nuovo sistema sono “Diffusione” e “Impatto”. A ciascuna delle due voci corrispondono degli indicatori con i relativi descrittori. I dati saranno raccolti dal Sistema di sorveglianza
integrata COVID-19 istituito durante la pandemia.
Per la diffusione si terrà conto di:
- Incidenza complessiva e per fascia di età/sesso
- Trasmissibilità
- Proporzione di reinfezioni tra i casi diagnosticati e notificati
- Tasso di esecuzione del test diagnostico
Per l’impatto si terrà conto, invece, di:
- Proporzione di nuovi casi diagnosticati e notificati per cui sia riportato un ricovero in ospedale
- Proporzione di decessi rispetto ai casi diagnosticati e notificati
- Tasso di occupazione dei Posti Letto Area Medica
- Tasso di occupazione dei Posti Letto Terapia Intensiva
- Proiezioni dei tassi di occupazione dei posti letto in area medica e terapia intensiva nei successivi 30 giorni
In tre anni, il Sars-Cov2 ha fatto circa 20 milioni di morti in tutto il mondo.