Fa un certo effetto vedere Palermo intrappolata nella morsa dell’acqua. Quella stessa Palermo che ogni estate deve fare i conti con la siccità costringendo gli abitanti a fare scorte per assicurarsi l’approvvigionamento necessario. Le immagini più emblematiche di questa sciagura ci riportano alle auto che si inabissano nel sottopassaggio della Circonvallazione, uno dei punti più bassi della città in cui l’acqua, caduta copiosa un po’ ovunque, si è riversata come un fiume in piena portando con sé fango e detriti. Per i danni riportati dalla città di Palermo a causa della bomba d’acqua, il sindaco Leoluca Orlando ha chiesto ufficialmente lo stato di calamità naturale.
Bomba d’acqua nella città di Palermo: quali responsabilità?
L’episodio di Palermo ha aperto diversi interrogativi sulla prevedibilità dell’evento e sulle misure che si potevano adottare, tanto che il Sostituto Procuratore della Repubblica, Salvatore Leopardi, ha aperto un fascicolo conoscitivo per accertare le responsabilità. In caso di eventi calamitosi, infatti, il Comune ha la responsabilità di avvisare la popolazione, di attuare provvedimenti per il contenimento del rischio e di mettere a disposizione tutti gli strumenti e le risorse per prestare soccorso. E proprio il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, con il suo je accuse, ha riaperto la piaga della prevenzione e della gestione del rischio idrogeologico, un problema che attanaglia la Sicilia e l’Italia in generale.
La posizione di Leoluca Orlando
“Chiedo scusa ai palermitani perché mi sento responsabile di quello che è accaduto“, ha dichiarato Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, che ha poi declinato ogni responsabilità del Comune riguardo alle misure preventive e contenitive che potevano essere messe in campo per far fronte all’alluvione. Orlando ha dichiarato di non aver avuto nessuna comunicazione dal Dipartimento Provinciale della Protezione Civile, (il Comune, lo ricordiamo, in casi come questo agisce dietro sollecitazione dell’ente) e puntato il dito contro un sistema che ha rivelato le sue pecche.
La principale responsabile, secondo Orlando, è la Regione Sicilia che dal 2014 ha condotto “un’operazione di spoliazione delle competenze in materia di protezione civile e dissesto idrogeologico. Su queste materie dal 2014, prima con Crocetta e oggi con Nello Musumeci, nonostante le nostre proteste, il Comune di Palermo non ha alcuna competenza“. I 13 interventi regionali sul sistema fognario poi si sono rivelati del “tutto inefficienti” mentre ancora si attendono i lavori sul collettore sud orientale e su Fondo Verde. A queste dichiarazioni, il sindaco siciliano, ha annunciato, farà seguire un esposto alla procura della Repubblica “per accertare l’ipotesi di omissione e abuso d’ufficio, e anche alla Corte dei conti“.
Dal canto suo la Protezione Civile ha parlato di “evento imprevedibile”. Nessuna previsione meteorologica, sia a livello locale che nazionale, aveva individuato la possibilità di un temporale di questa gravità e la portata delle acque (oltre un metro di pioggia in due ore) ne testimonia l’eccezionalità. Si tratta del temporale più violento dal 1790.
La campagna elettorale di Salvini
Mentre si sta provvedendo a rimuovere le auto spostate dalla furia dell’acqua, a ripulire le strade dal fango e a iniziare la conta dei danni del maltempo, ecco che altro fango, o meglio veleno, arriva sul sindaco di Palermo con le dichiarazioni di Matteo Salvini. In un tweet l’ex ministro dell’Interno non ha perso l’occasione di questa tragedia per cavalcare il suo ormai usurato cavallo di battaglia. Parole alle quali il sindaco di Palermo ha prontamente risposto sempre sui social. Fa un certo effetto vedere Palermo stretta nella morsa del fango.