“E’ stato un bel cantiere” ci dice la dott.ssa Ida Maietta che, in qualità di storica dell’arte della Soprintendenza Archeologica , Belle Arti e Paesaggio di Napoli, ha seguito i lavori di restauro del portale marmoreo e dei battenti lignei di Palazzo Diomede Carafa sito in Via San Biagio dei Librai.
Ed è ciò che viene fuori anche durante la conferenza di presentazione del restauro alla stampa e ai cittadini, tenutasi nel cortile del palazzo stesso alla presenza del soprintendente Luciano Garella, di Gaddo della Gherardesca presidente Ass. Dimore Storiche, di Marisol Valenzuola dell’Istituto Superiore per la Conserazione e il Restauro, di Aldo Benvenuto e Sotiris Papadimitriou, progettisti dell’intervento, di Francesco D’Agostino amministratore condominio Palazzo Carafa , di Michele Pontecorvo Ricciardi, vicepresidente Ferrarelle spa, di Carlo Ruosi e Paolo Giuliano per il Rotary Club, di Marina Colonna Presidente Ass. Dimore Storiche–sez. Campania e di Raffaella Bosso Soprintendenza Archeologica per il Comune di Napoli.
A volere fortemente e a promuovere il restauro è stata l’Amministrazione Condominiale del Palazzo Carafa, insieme all’Associazione Dimore Storiche Italiane sez. Campania, alle quali si sono aggiunti gli importanti contributi di Ferrarelle spa e del Museo Cappella Sansevero.
Tutti, è stato sottolineato, hanno lavorato in produttiva sinergia coinvolgendo perfino il portinaio dello stabile che ha fatto da guida, factotum e cicerone per tutto il tempo.
Il palazzo fu edificato per volere di Diomede Carafa, primo conte di Maddaloni, nel 1466, lungo il decumano inferiore della città greco-romana con l’intento di ospitare i reperti delle varie fasi di antichità napoletane, accorpando e ristrutturando edifici preesistenti.
Diomede fu uomo d’arme, imprenditore ed intellettuale di grande spicco a livello internazionale e intrattenne relazioni amichevoli sia con Alfonso d’Aragona sia con Lorenzo il Magnifico che gli fece dono della testa bronzea del cavallo realizzata da Donatello, la cui copia in terracotta è tutt’ora sita in fondo al cortile del palazzo sotto lo stemma dei d’Aragona.
Le facciate del Palazzo sono ricoperte da bugne piatte in tufo giallo e pietra grigia di gusto medioevale, arricchite, in fase di costruzione, da elementi classici come il portale e le finestre rinascimentali del piano nobile che vanno a “rompere” il blocco della facciata.
Il vigoroso portale marmoreo, tipico del rinascimento napoletano, è ornato da una corona sporgente e rotonda di foglie d’alloro e in esso si inserisce il portone ligneo, che rappresenta un caso estremamente raro di conservazione avendo attraversato pressoché intatto cinque secoli di storia.
L’intervento di restauro sul portale e sui battenti lignei è stato curato da Dafne Restauri Snc, ha richiesto sei mesi di lavoro per la parte lignea, di cui gli ultimi due hanno riguardato anche il portale marmoreo. Il restauro e si è articolato in molteplici fasi quali:
– pulitura ad azione meccanica e chimica
– consolidamento del materiale costitutivo
– miglioramento strutturale, tenendo presente la necessità quotidiana dell’uso del portone da parte dei condomini
– realizzazione delle integrazioni
– accordo cromatico e applicazione della protezione finale di materiale eterogene
Sono stati rimossi, dalla superficie lignea, cinque strati di depositi di materiale eterogeneo recuperando tracce superstiti dei colori originali, come il rosso delle fasce orizzontali degli scudi, e sono stati riportati alla luce lo scudo centrale e le stadere laterali della lunetta superiore.
L’impegno corale del finanziamento e il ripristino dell’antica cromia sono gli aspetti che maggiormente inorgogliscono chi vi ha lavorato e, su tutti, la dott.ssa Maietta che alla fine della conferenza ha sollevato il problema dei graffiti metropolitani che di continuo vanno ad imbrattare orribilmente monumenti e fontane di Napoli.
A fine mattinata abbiamo lasciato Palazzo Carafa, illuminato da un sole tutt’altro che settembrino, con un pizzico d’invidia stupita per i condomini che vivono non solo nel cuore della città, ma in dimore così ricche di storia, cura e bellezza.
Qui in basso potete vedere ed ascoltare l’intervista alla dott.ssa Ida Maietta: