Il binomio pizza e cultura è stato protagonista della serata che si è svolta al PalaPizza – Il Palazzo della Pizza di Frattamaggiore (via Vittoria, n. 36) alla presenza di ospiti e giornalisti. Enrico Di Pietro, patron del locale, figlio di chef e pizzaiolo da sempre, ha voluto omaggiare gli ospiti con quattro specialissime pizze dedicate a quattro monumenti della città frattese, frutto di un lavoro attento condotto fianco a fianco con il professor Franco Montanaro, presidente dell’Istituto di Studi Atellani. Non condimenti qualsiasi, ma ingredienti selezionati in base al periodo storico di riferimento del palazzo in oggetto, in modo da essere il più fedeli possibile a quelle che erano le abitudini alimentari dell’epoca. È per questo, a esempio, che, in un caso, si è scelta la sugna al posto dell’olio o che si è utilizzato il pomodoro giallo in luogo del rosso.
Il percorso gastronomico, che ha visto sempre l’esaltazione del monumento dal punto di vista storico-artistico e la declinazione dell’aspetto gastronomico in dettaglio, è cominciato con la Pizza del Vicario a base di nzogna e pepe. Subito dopo è toccato alla pizza del Vescovo con salsa di datterini gialli e provolone del Monaco Dop. Diverso il discorso per la pizza del Cannavaro per la quale Di Pietro ha deciso di utilizzare farina di canapa, in virtù della lavorazione della stessa che avveniva proprio nell’edificio da cui prende il nome. L’elaborazione culinaria ha visto l’abbinamento dell’impasto con farina di canapa a salsiccia di maialino nero casertano e provola di Agerola. Infine è stata proposta la pizza del Borghese: una sfoglia di pizza napoletana condita con pomodorini a fresco, mozzarella di bufala a fette e basilico. Ogni pizza, dunque, ha rappresentato un periodo storico partendo dal ‘400 per arrivare all’età moderna.
Ci ha pensato il professore Francesco Montanaro, presidente dell’Istituto di Studi Atellani a illustrare le peculiarità e i segreti dei monumenti protagonisti della serata. “Abbiamo voluto ripercorrere un periodo piuttosto lungo da fine Medioevo ai giorni nostri – ha spiegato Montanaro – per prima cosa per dimostrare quanto la città frattese abbia inciso nei vari periodi storici e poi per mostrare diversi stili architettonici da quelli più antichi al liberty moderno”. Entusiasta il sindaco di Frattamaggiore, Marco Antonio Del Prete: “Una bellissima serata che dà lustro al nostro paese con due elementi inscindibili: la nostra grande architettura abbinata alla storia e all’arte del pizzaiolo, che hanno portato in giro per il mondo grandissimi uomini frattesi”. Tra i presenti Sergio Miccù, presidente dell’Associazione Pizzaiuoli Napoletani nonché ideatore di Tuttopizza, rassegna in programma da lunedì prossimo alla Mostra d’Oltremare di Napoli. “Come associazione sosteniamo da sempre il valore culturale dell’arte del pizzaiuolo – ha detto Miccù – e per questo che siamo particolarmente contenti per le iniziative capaci di garantire un valore etico a chi con passione e dedizione svolge questo mestiere”.
Coinvolto anche il direttore del Consorzio del Provolone del Monaco Dop, Vincenzo Peretti: “L’utilizzo del provolone del monaco DOP nelle ricette, e in particolare stasera nella creazione di Di Pietro, testimonia quanto di buono produciamo in Campania. Utilizzare il prodotto a marchio mette anche al riparo il consumatore da eventuali frodi alimentari”. Infine raggiante il padrone di casa Enrico di Pietro: “Lo spirito della serata è stato quello di valorizzare, attraverso la pizza, la storia di Frattamaggiore. Del resto, da sempre, nel nome del mio locale è rievocato il palazzo, perché anche noi ci troviamo in un bellissimo edificio antico di Frattamaggiore. Pizza e storia – ha proseguito Di Pietro – per un territorio che mi ha accolto come un figlio e al quale devo gran parte del mio successo”.
A introdurre la serata, la giornalista Brunella Cimadomo: “E’ stato bello partecipare – ha detto – alla ricostruzione della storia del territorio attraverso la creazione di pizze che potessero rappresentarlo grazie ad una attenta selezione degli ingredienti: dalla farina di canapa per dare risalto alla figura caratterizzante di Frattamaggiore, quella del ‘cannavaro’, al pomodoro giallo in luogo di quello rosso, alla sugna al posto dell’olio. Un percorso che testimonia una voglia di riconquista della identità della comunità locale oltre che un impegno etico e sociale di imprenditori del settore ristorazione come Enrico Di Pietro“.