Le imprese che pagano i propri fornitori con più di 30 giorni di ritardo a settembre sono cresciute in quasi tutte le regioni italiane, con variazioni più elevate in Valle d’Aosta (+2,7 punti percentuali), Calabria (+1,9 p.p.) e Sardegna (+0,9 p.p.). È quanto emerge dallo Studio Pagamenti al 30 settembre 2019 di CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nella business information.
Pagamenti ai fornitori: le imprese campane
Rispetto al 30 settembre del 2018, quest’anno la percentuale di imprese campane che salda i propri impegni con un ritardo alla data di scadenza è passato dal 21,7% al 22,1% mentre è rimasto invariato per i ritardi oltre 30 giorni.
“È in controtendenza – spiega Marco Preti, Amministratore Delegato CRIBIS – il dato di Abruzzo (-1,6 p.p.), Molise (-1,1 p.p.) e Liguria (-0,9 p.p.), dove le imprese che pagano con ritardi superiori al mese sono diminuite molto più che in Puglia e Marche (-0,3 p.p. ciascuna) mentre sostanzialmente inviariata (appena -0,1 punti percentuali) è la situazione riscontrata in Umbria, Trentino Alto Adige e Marche. Complessivamente il Nord-Est si conferma l’area più affidabile, con il 42,9% dei pagamenti regolari, mentre le imprese meridionali mostrano un comportamento più problematico con solo il 21,9% di aziende puntuali”.
Nel settembre di quest’anno CRIBIS ha rilevato un incremento dei pagamenti con ritardi superiori ai 30 giorni anche in Sicilia (+ 0,6 punti percentuali) da 21,9% a 22,5%, Basilicata (+0,5 p.p.) che sale a quota 15,3% e Veneto (+0,5%), dove il 7,2% delle imprese adempie ai propri obblighi economici verso i fornitori oltre un mese dopo la scadenza pattuita. In Piemonte questa percentuale è aumentata di appena 0,4 punti (9,1% delle aziende) così come in Friuli Venezia Giulia (8,7%). Rispetto allo scorso anno la situazione è sostanzialmente stabile in Lombardia (7% delle aziende con ritardi superiori a 30 giorni), Toscana (11,7%), Lazio (16,2%) e Campania, dove i ritardi gravi sono passati dal 20,1% al 20,2%.
“Quasi speculare all’incremento dei pagamenti con ritardi gravi – aggiunge Preti – è stata la riduzione delle imprese che paga puntualmente alla scadenza, con cali più vistosi in Valle d’Aosta (-4,7 punti percentuali), Veneto (-3,5 p.p.) e Friuli Venezia Giulia (-2,9 p.p.). Per quel che concerne i settori produttivi, il commercio al dettaglio presenta la quota maggiore di imprese che assolve ai propri impegni con forti ritardi (17,6%), seguito dall’agricoltura caccia e pesca (11,6%) e da quelli minerario e dei servizi (10,1%)”.
In Italia, fanno notare da CRIBIS, le imprese che saldano i propri pagamenti con ritardi superiori ai 30 giorni sono l’11,5% (era l’11,3% nel settembre 2018) mentre sono più di un terzo (34,9%) quelle che rispettano i termini pattuiti, seppur in diminuzione rispetto al settembre dello scorso anno (36,3%).