L’Italia, una volta, era conosciuta come Paese di santi, poeti e navigatori.
Le cose oggi sono un pò cambiate e il nostro bel paese viene ricordato soprattutto per il buon cibo e per la bellezza di luoghi incantevoli.
Piccoli gioielli rurali rimasti intatti nel tempo, che sanno farsi apprezzare da tutto il mondo.
L’Umbria, tra le regioni note per questi gioielli, preserva intatti alcuni luoghi medievali, piccoli borghi che costeggiano le rive del Trasimeno o del lago di Passignano, e si mostrano in tutta la loro bellezza, mantenendo ancora antiche tradizioni.
Tra questi c’è Paciano, in provincia di Perugia, uno dei borghi più belli d’Italia che si compone di soli 900 abitanti.
In questo piccolo paesino, alle pendici del monte Petrarvella, ci sono dei giovani che hanno deciso di scommettere sulla bellezza di questo paese investendo nel settore alberghiero.
Claudio Bittoni, il manager dell’Antico Sipario boutique Hotel, ci racconta la sua esperienza e ci svela cosa spinge un giovane fiorentino a decidere di abbandonare tutto per ricominciare in un piccolo borgo umbro.
Come nasce l’idea di aprire un Hotel in un paese di soli 900 abitanti?
L’idea prende forma nel 2012 e nasce da un’opportunità, di quelle che non capitano tutti i giorni e che, se una persona ci crede fortemente, deve cogliere. Paciano è il luogo delle mie origini. Nato e vissuto a Sesto Fiorentino, comune nella prima cintura urbana di Firenze, nelle mie vene scorre sangue umbro, mio padre è nato a Paciano e quasi tutti i miei parenti sono nati qui. Il territorio circostante, dal lago Trasimeno sino ai colli umbro-toscani, immerso nel verde e nella tranquillità è la cornice perfetta per costruire un futuro in un presente pieno di uno stress diffuso che ci colpisce quasi tutti. Inoltre, il palazzo medievale nel quale sorge Antico Sipario Boutique Hotel, vecchio asilo del paese e circolo ricreativo, oltre che ex casa delle monache, è un luogo quasi magico e carico di Storia, oltre che di storie.
Paciano, inserito fra i “Borghi più Belli d’Italia”, è un paese molto piccolo e anche questo è un aspetto della sua bellezza, inoltre con i mezzi che ormai la tecnologia ci mette a disposizione, le distanze si accorciano, e si può raggiungere il target specifico che cerca il nostro tipo di offerta, in Italia e nel mondo.
Qual è la sfida più grande che hai dovuto affrontare per realizzare questo sogno?
Le sfide sono state, sono e saranno molteplici. Abbiamo affrontato una lunga ristrutturazione durata circa cinque anni, che ci ha visti impegnati nel far rivivere un palazzo storico che aveva subito numerosi crolli del tetto, dei solai, e che era diventata la “dimora” di piccioni, sporcizia e macerie.
Si è dovuto ripartire quasi dall’inizio, con pazienza e ordine, e con le difficoltà impreviste che una ristrutturazione necessariamente ti presenta. Impossibile non menzionare fra le difficoltà e le sfide che abbiamo affrontato e faticosamente superato l’ormai annoso problema della burocrazia italiana. Tempistiche infinite e attese snervanti, in più occasioni siamo stati vicini al pensiero di mollare, di dargliela vinta. Per fortuna, abbiamo resistito.
Da dove nasce il nome Antico Sipario?
All’interno del palazzo, fino agli anni Novanta, prima che iniziasse a collassare, mentre era ancora di proprietà della Chiesa, sorgeva il piccolo teatrino del paese dove in passato i bambini dell’asilo e qualche piccola compagnia locale si esibivano in spettacoli di vario genere. Proprio al di sopra del sipario e del palco è avvenuto il crollo più importante. Il tetto cadendo si è portato via il solaio, e insieme hanno sepolto sia il palco, distruggendolo, sia il sipario.
Durante i lavori, abbiamo ritrovato il drappo rosso, era ridotto in pessime condizioni, sporco, scucito, strappato e scolorito. Dopo averne recuperata una parte, è stato lavato, ricucito e ricolorato del suo bel rosso.
A lavoro finito, abbiamo deciso di collocarlo in reception, di dedicare a lui il nome della struttura e, al Teatro più in generale, le camere, 8 in totale. I loro nomi sono, infatti, Teatro, Musica, Opera, Puccini, Commedia, Verdi, Shakespeare e, appunto, Sipario.
Cosa vuol dire passare a vivere dalla grande città al piccolo paesino di provincia?
Ho vissuto i primi 27 anni della mia vita a Firenze, se qualcuno, fino a qualche anno fa, mi avesse detto che sarei finito a vivere a Paciano, probabilmente gli avrei riso in faccia.
Alla soglia dei 30 anni, con un bel progetto in corso e un piccolo bagaglio di esperienza alle spalle posso dire con massima sincerità che la qualità della mia vita si è alzata notevolmente.
Le mancanze della campagna (facilmente risolvibili con poche decine di minuti di auto, in quanto siamo a trenta chilometri dal capoluogo di regione, Perugia) vengono sostituite dall’enorme ricchezza di questi territori: assenza di traffico e semafori, l’aria pulita, il cibo sano e controllato, la vicinanza umana che esiste nei piccoli borghi, dove conosci tutti, dove puoi fermarti in ogni momento del giorno a fare due chiacchiere con qualcuno, dal bambino al pensionato; l’aiuto reciproco fra esseri umani che nei piccoli centri diventa la normalità, mentre in città appare come un’eccezione da applaudire.
Dopo un periodo di assestamento, aiutato anche dalla presenza di una persona straordinaria come la mia fidanzata, Martina, che mi appoggia e mi dà la forza di migliorarmi sempre di più, posso serenamente dire che sono più felice di prima.
Cosa consiglieresti ai giovani che vogliono avventurarsi in una nuova sfida alberghiera?
Viviamo in un Paese che vanta, per distacco, la più alta concentrazione di opere d’arte al mondo, il più alto numero di siti Unesco, una straordinaria biodiversità e una gamma infinita di paesaggi, prodotti di elevatissima qualità artigianale e produzioni alimentari tipiche. Il tutto concentrato in una porzione di territorio molto piccola se consideriamo il mondo intero. Dovremmo essere il Paese con più presenze turistiche in assoluto ma non ci avviciniamo nemmeno.
Ai giovani che volessero intraprendere questa esperienza dico che è il lavoro più bello del mondo, ti trovi a contatto con persone di ogni angolo di pianeta e ti arricchisci ogni giorno di nuove conoscenze; gli occhi dell’ospite soddisfatto che ti ringrazia per il soggiorno piacevole o del bambino che non vuole tornare a casa, non hanno prezzo.
Ma che è necessario e obbligatorio, per prenderci il posto che ci spetta, che la qualità del servizio sia alta. I clienti ormai si aspettano uno standard alto, e noi dobbiamo garantirlo, senza se e senza ma. Quindi il mio unico consiglio è: se avete passione e voglia di fare, amerete questo mestiere come nient’altro, se pensate che tutto venga da sé, abbandonate l’idea.
Da dove provengono la maggior parte dei turisti che soggiornano a Paciano?
Il nostro territorio è molto amato sia dai clienti italiani sia stranieri.
Per quanto riguarda il turismo interno, la regione dalla quale proviene il più alto numero di ospiti è il Lazio, ma molto presenti sono anche lombardi, piemontesi, toscani e veneti. Si tratta di persone alla ricerca di serenità dal caos cittadino, una sorta di carica-batterie per il corpo e per lo spirito.
Gli stranieri, invece, provengono principalmente dal nord Europa (Belgio, Olanda, Inghilterra, Germania e Scandinavia), ma è massiccia la presenza di ospiti americani e canadesi. Particolarmente apprezzabile il numero di presenze australiane. Per loro, invece, il territorio è una perfetta base per visitare il nostro Paese, basti pensare che in meno di due ore di auto si raggiungono centri famosi in tutto il mondo come Roma, Firenze, in un’ora Siena, Assisi, Orvieto.
Perché consiglieresti di visitare il Borgo di Paciano?
Credo che la pulizia, la pace e il silenzio notturno siano merce sempre più rara, e qui non mancano certamente.
Come già anticipato, siamo in una posizione privilegiata per raggiungere alcuni dei centri più famosi dell’intero Paese. Inoltre il borgo, nonostante le piccole dimensioni, è pieno di curiosità storico-architettoniche, di luoghi da visitare per carpirne l’essenza.
Paciano accoglie l’ospite come fosse una persona di famiglia, lo rispetta e lo guida alla scoperta di luoghi nascosti. Il verde degli alberi d’olivo, i boschi con i percorsi e le passeggiate, la vicinanza ad altri Borghi medioevali straordinari, al lago Trasimeno con le sue isole e la sua bellezza, alla Toscana e ad alcune delle zone di produzione viti-vinicola più note al mondo sono solo alcune delle ragioni per cui vale la pena calarsi nell’atmosfera medievale del Borgo, cosi come il nostro Boutique Hotel perfettamente integrato nel contesto.