Una patologia legata al mondo femminile, salita alla ribalta una ventina di anni fa e diventata ormai una vera preoccupazione
Osteoporosi è un termine che significa “osso porosoâ€. Ciò vuol dire che in queste situazioni l’osso è più sottile e debole di quanto dovrebbe essere. L’osteoporosi è la maggior causa di fratture nelle persone anziane ed è più frequente in persone al disopra dei 70 anni e sopra tutto nelle donne. L’osteoporosi affligge circa il 23% delle donne italiane dopo i 40 anni e il 14% degli uomini sopra i 60%. Con una corretta alimentazione e soprattutto una sana attività motoria, possiamo ottimizzare la qualità della vita e prevenire traumi nelle persone sofferenti. Ad essere particolarmente colpite da quella che pare essere una malattia del mondo industrializzato sono in modo particolare le donne che, con il drastico calo di estrogeni, dopo la menopausa manifestano un rischio 4 volte superiore rispetto agli uomini. Legata a molti fattori propri dell’invecchiamento, l’osteoporosi è diventata una malattia sociale’, che colpisce l’Italia in modo particolare, essendo il nostro Paese nella top ten dei dieci paesi più vecchi’ del mondo, con oltre il 18% di ultrasessantacinquenni e quasi il 4% di over 85. Si parla dunque di costi socio-sanitari, legati a questa malattia che causa facilità a fratture; basti pensare alla frattura del femore così frequente nelle persone anziane che necessita di ricovero in ospedale oltre che di riabilitazione lunga e non sempre efficace visto che il 20% dei pazienti perde completamente la capacità di camminare, mentre solo il 30-40% riacquista la piena autonomia nello svolgimento delle attività quotidiane. L’osteoporosi è una malattia caratterizzata da “una scarsa massa ossea e dal deterioramento, a livello di micro- architettura, del tessuto osseo, che porta ad una maggiore fragilità e ad un conseguente incremento del rischio di frattureâ€. La scarsa massa ossea è comunque solo un fattore di rischio per l’osteoporosi, non è l’osteoporosi stessa. Infatti le donne asiatiche, che hanno una densità ossea bassa, registrano un tasso di fratture ossee poco significativo. Le ossa infatti, non si rompono solo per la sottigliezza. Sono in molti ad affermare che lo stile di vita e di alimentazione dei paesi industrializzati ha fatto sì che questa patologia diventasse un vero e proprio killer. Se diamo un’occhiata a quelli che sono ritenuti ladri di calcio dalle ossa, vediamo come il legame con il nostro stile di vite è assai stretto: Alcool, Caffeina, Abuso di antibiotici, Pillola anticoncezionale, Diuretici, Consumo eccessivo di proteine animali e di grassi saturi, Carenza di vitamina D, Elevata assunzione di sale e di zuccheri, Stile di vita sedentario, Fumo, Stress, Abituale consumo di ansiolitici e antidepressivi, Isterectomia, Chemioterapia Cosa fare per prevenire? Un adeguato apporto di vitamina D (che fissa il calcio), un’alimentazione attenta, l’uso di progestinici naturali (dopo la menopausa) e un allenamento fisico continuativo ed efficace sono gli strumenti che, se messi in atto fin dai quarant’anni consentono di affrontare questa patologia ben attrezzate. Una ridotta “densità minerale ossea†(indicata in inglese con “BMDâ€: bone mineral density) va accertata con esami che ne confermino il valore. Secondo la National Osteoporosis Foundation americana dovrebbero sottoporsi alla valutazione della BMD i seguenti soggetti: tutte le donne al di sotto dei 65 anni che abbiano oltre alla menopausa almeno un fattore di rischio noto (esempio abitudine al fumo o avere già avuto una frattura); tutte le donne dopo i 65 anni a prescindere dai fattori di rischio; le donne in menopausa che abbiano già avuto fratture per il controllo dell’efficacia della terapia; le donne che sicuramente necessitano della terapia, ma che esitano a curarsi, con l’intento che l’esame possa responsabilizzarle; le donne che hanno effettuato per lunghi periodi una terapia ormonale sostitutiva.
FATTORI DI RISCHIO
I fattori di rischio per l’osteoporosi, oltre a quelli sopra menzionati, sono l’insufficienza renale, l’ipertiroidismo, il trattamento prolungato con cortisonici, eparina e alcuni diuretici, il malassorbimento intestinale, l’artrite reumatoide. Una condizione particolare che potrebbe favorire la diminuzione della BMD nelle giovani donne è rappresentata dalla anoressia mentale, con la conseguente amenorrea e deficienza cronica degli effetti positivi degli strogeni sull’osso.
METODI DI MISURAZIONE DELLA BMD
per misurare la densità minerale ossea (BMD) sono principalmente due e si basano su metodiche diverse:
• Il primo, indicato dalla sigla DEXA (Dual Energy X-ray Absorptiometry), si fonda sulla misurazione dell’assorbimento di raggi X da parte dell’osso, in funzione appunto della sua diversa densità ; può essere effettuato in diverse sedi sia periferiche (esempio polso) sia centrali (rachide e collo femorale). L’esame espone il soggetto all’esposizione di radiazioni ionizzanti, anche se a dosi basse. E’ comunque ritenuto un metodo sensibile e specifico per la diagnosi di osteoporosi.
• Il secondo si chiama Densitometria ad ultrasuoni e si basa sulla rilevazione degli effetti delle caratteristiche strutturali dell’osso sulle modalità di attraversamento degli ultrasuoni. Questa tecnica può essere effettuata solo in sede periferica (calcagno, falangi, rotula, polso), senza esporre il soggetto ad alcuna radiazione dannosa; purtroppo ha, rispetto alla DEXA, un maggior numero di falsi positivi e non sempre, da sola, è sufficiente a dare una diagnosi precisa. Entrambi gli esami vengono spesso comunemente indicati con la sigla M.O.C. (Mineralometria Ossea Computerizzata) anche se, come abbiamo visto, si differenziano l’uno dall’altro sotto diversi aspetti Vale la pena ricordare che non è mai troppo tardi per iniziare il trattamento per prevenire le fratture, quindi sottoporsi ad una MOC, dopo i 40/45 anni dovrebbe essere un impegno di ogni donna.
OSTEOPOROSI E PALESTRA
La regolare pratica sportiva è ovviamente auspicabile per la prevenzione dell’osteoporosi e i centri fitness sono un validissimo modello per l’attività non agonistica controllata. La scienza consiglia – per un pubblico adulto e tendenzialmente sedentario – almeno mezz’ora di camminata al giorno di buon passo, più alcuni semplici esercizi che vanno dalle torsioni ai piegamenti sulle gambe. Un fitness club è in grado di supportare una programmazione più articolata, che non si ferma alla semplice camminata o alla pratica di esercizi poco intensi, ma che può guidare un soggetto verso il miglioramento delle proprie condizioni attraverso una serie di allenamenti che provochino adattamenti in grado di elevare lo stato di salute. In una palestra si può provvedere a una prima fase grazie alle macchine cardiofitness ma in seguito risulta utile per un soggetto, anche anziano, utilizzare le macchine isotoniche che stimolino la produzione di osteoblasti (gli elementi di costituzione ossea), e che rafforzino la muscolatura, diminuendo il rischio di cadute. Sul territorio, ENERGY PLANET già da tempo impegnata a sviluppare programmi mirati attraverso i propri insegnanti a messo a punto OSTEO GYM. Un programma di allenamento variegato che ottimizza il lavoro e la tonificazione dei principali distretti muscolari interessati. Una sana e costante attività motoria non solo serve ad ottimizzare la qualità della vita del soggetto sofferente, ma contribuisce a rafforzare un fondamentale elemento: la sinergia tra movimento ed equilibrio ciò per evitare cadute accidentale e traumi. ENERGY PLANET, ha già avviato una capillare attività di monitoraggio territoriale attraverso i medici di base e dal prossimo mese di Settembre, il protocollo di allenamento OSTEO GYM sarà presentato alla vasta platea di donne che sono interessate dalla patologia o che si avviano a varcare la soglia dei quarant’anni.Â