Per confondere la vita reale con quella virtuale basta un click. Nell’epoca dei social network e della tecnologia che tiene l’universo always connected troppo spesso si finisce col dipendere dalle centinaia di amici facebook o follower twitter per alimentare il proprio buonumore. Se non volete fare come il diciassettenne liceale che ha trascorso giorni senza andare a scuola dedicandosi solo all’aggiornamento del suo profilo facebook, è bene tenere sotto controllo l’uso dei social.
Senza voler fare allarmismo, i dati elaborati da uno studio condotto dalla Mood Communicatio Agency Found non sono per niente rassicuranti. L’esperimento condotto dall’agenzia ha interessato circa 1800 uomini e donne di età compresa fra i 16 e i 60 anni che sono stati interrogati sull’importanza dei social. Il 51% degli intervistati ha risposto che non ne potrebbe assolutamente fare a meno, il 27% ha dichiarato di rimanere on net per 8 ore della giornata, mentre, per la restante parte, la prima e l’ultima attività della giornata e dedicata al controllo delle notifiche social.
Come riconoscere, dunque, se si è social addicted? Non esiste una fascia d’età maggiormente esposta e di questo ce ne rendiamo perfettamente conto senza bisogno di statistiche. Chi di voi nella lista degli amici non ha almeno due o tre zie settantenni che si cimentano nell’uso del social? Ma soprattutto e qui incappiamo in un ghigno, chi di voi non ha mai letto, fra i commenti alle proprie foto, il “Mi piace” della tenera zietta che confonde il like col commento al contenuto?
Tutto ciò a testimonianza del fatto che l’attempata zia ha sostituito le chiacchiere da cortina alla “cortina telematica” che, diciamocelo, è sicuramente più comoda e veloce. Digressioni a parte, il fenomeno esiste ed è annoverato fra le nuove forme di dipendenza patologica, ovviamente, chi rischia di più, come in tutte le forme di dipendenza, è chi si sente più insicuro, inadeguato e gode di scarsa autostima. Per questi soggetti, affetti da difficoltà relazionali, è più semplice esprimersi sul piano virtuale che nella vita reale.
A rischio anche le persone che soffrono di stati d’ansia e impulsività che trovano attraverso i social network un modo per sfogarsi e trovare sollievo. Per chi è ossessionato dal social i rischi esistono e non vanno sottovalutati. In primis la più scontata, ma non troppo, delle conseguenze è la cancellazione delle relazioni personali in favore di quelle virtuali. Si può iniziare col trascurare le amicizie e gli affetti reali per poi arrivare a dedicarsi totalmente al mondo virtuale ciò, ovviamente, genera l’isolamento del soggetto. A differenza delle altre dipendenze, come quella da droga, alcool, gioco d’azzardo, chi è social addicted, fa più fatica ad ammettere il problema poiché convinto di avere una precisa rete relazionale che confonde con quella reale, dunque, non ammette il suo stato di isolamento.
Ecco alcuni campanelli di allarme per riconoscere la dipendenza:
· bisogno sempre più incalzante di restare connessi per aumentare la propria soddisfazione
· riduzione dell’interesse per altre attività che non implichino una connessione internet
· ansia di verificare sempre cosa accade on line
· persistenza nell’uso del web anche se sussistono problematiche psicologiche causate dalla rete stessa.
Il più appetitoso fra i social è sicuramente Facebook la cui dipendenza genera sintomi a livello sia psichico come tristezza, apatia e inibizione nelle relazioni, che psicosomatico come insonnia e affaticamento e, non di rado, disturbi comportamentali.
I consigli degli esperti per limitare l’uso dei social sono molto semplici, in primis bisogna prendere coscienza della propria dipendenza, dopodiché, è necessario imporsi dei limiti di tempo da trascorrere sui social, abituarsi agli spazi trascorsi senza uso di tecnologie e riprendere la gioia di relazioni interpersonali presenti nel mondo reale.