L’Osservatorio Confimprese-EY sui consumi analizza i dati di aprile 2022 sullo stesso mese del 2019, anno pre-pandemia, e mostra segni più incoraggianti rispetto ai mesi precedenti, con il totale mercato che chiude a -9%.
Un trend in miglioramento, dunque, nonostante la situazione geopolitica in atto, da ricondurre principalmente a tre fattori: la ripresa del mercato del lavoro con un tasso di disoccupazione sceso all’8,5%; i risparmi forzosi delle famiglie italiane – rimasti intatti durante la pandemia – che ora sono disposte a spendere per superare le scarsità imposte dal periodo recente. E, infine, l’allentamento delle restrizioni sanitarie legate a una voglia di normalità che spinge i consumi. Gli italiani sono sempre più propensi a tornare a trascorrere il proprio tempo libero fuori casa dopo due anni di limitazioni legati al contenimento dell’emergenza Covid-19.
Trend
Tuttavia, nel primo quadrimestre 2022 vs stesso periodo 2019 il mercato perde ancora terreno e chiude a -16%. A incidere sulla flessione sono soprattutto i primi due mesi del 2022, segnati sia dalla recrudescenza del virus, che ha costretto in casa milioni di italiani, sia dall’incertezza legata al conflitto in atto.
Nei settori merceologici, si raggiungono i livelli pre-pandemia con il retail non food che chiude il mese di aprile a +4,9% e la ristorazione a +0,9%. Una boccata d’ossigeno, che si era già vista nei mesi precedenti con un parziale recupero per entrambi i settori e mostra un cambio di passo. Non c’è ancora ripresa per abbigliamento-accessori, in flessione del -20,1%, anche se si evidenziano segnali di leggero miglioramento rispetto a marzo 2022 che aveva chiuso a -31,1% su marzo 2019.
Quanto al primo quadrimestre 2022 vs 2019, i dati mostrano un quadro sovrapponibile agli andamenti del mese di aprile con il retail non food a +1,8%, la ristorazione a -6,3% e abbigliamento-accessori a -28,1%.
Canali
Nei canali di vendita continua il buon andamento dello shopping di prossimità (aree periferiche delle metropoli e cittadine di provincia), che chiude il mese di aprile a +4,4% e consacra l’importanza del canale e le mutate abitudini d’acquisto dei consumatori, che scelgono i negozi di vicinato per comodità e sicurezza. Tutti gli altri canali registrano, di contro, una perdurante flessione. A partire da outlet -17,4%, centri commerciali -16,6% e high street -14,5%, per finire con il travel -16,6%, che prosegue nella fase di leggero recupero, rispetto al forte calo dei due anni passati, iniziata nel mese di marzo.
Nelle aree geografiche continua il buon andamento del Sud, che si lascia alle spalle il segno meno e consolida i consumi a +1%, seguito da Centro -7,4% e da Nord-ovest -8,3%. Permangono segnali di sofferenza per il Nord-est, che si conferma l’area con i peggiori trend -19,4%.
Osservatorio Confimprese-EY: Analisi per regioni
L’analisi delle regioni nel mese di aprile 2022 vs aprile 2019 presenta valori positivi solo per la Campania che registra un +6%. Segue la Puglia a 0%. Tutte le altre regioni fanno registrare trend negativi, in particolare, i trend più negativi si rilevano per Umbria -25%, Veneto -21%, Trentino-Alto Adige/Südtirol -19%, Emilia-Romagna -18%, Friuli-Venezia Giulia -17%, Marche -16%, Piemonte -15% e Toscana -14%. Tra le altre regioni segnali di miglioramento per Abruzzo, Sicilia, Lazio e Calabria che registrano tutte -1%, seguite da Liguria -2%, Sardegna -4% e Lombardia -6%.
Osservatorio Confimprese-EY: Analisi per città
Analizzando i dati delle principali città italiane, nel confronto tra il mese di aprile 2022 vs aprile 2019, è ancora Napoli che fa registrare il trend migliore a +47,4% seguita grazie a ristorazione e altro non food, sempre con trend positivi, da Milano +8,4% e Genova +5,6%. Poco distanti, ma con segno negativo, troviamo Roma -2,9% e Palermo -4%. Tra le città peggiori Venezia -23,6%, Bologna -22,1%, Torino -19%, Firenze -18,8% e Verona -11,5%.
Analisi principali province
Confrontando il mese di aprile 2022 vs aprile 2019, la Provincia di Napoli è quella con trend migliore a +8,2%, seguita da Catania +4,5% e Caserta +3,4%. La provincia con trend peggiore è Bologna -22,8%, seguita da Venezia -19,9%, Torino -19,2%, Firenze -15,3% e Verona -10,6%. Ancora con segno negativo anche le province di Monza e Brianza -6,7%, Palermo -4,6%, Brescia -4,1%, Varese -3,8%, Bergamo -3,6%, Milano -2,3% e Roma -1,3%.