E’ partita a bordo di un vettore Atlas V, dalla base di Cape Canaveral in Florida, la sonda OSIRIS-REx, che sarà protagonista della prima missione NASA avente come destinazione un asteroide e come obiettivo la raccolta di materiale roccioso da questa tipologia di corpo celeste. Nella foto accanto, il lancio (Credits: United Launch Alliance).
OSIRIS-Rex (Origins, Spectral Interpretation, ResourceIdentification, Security-Regolith Explorer) orbiterà intorno alSole per quasi un anno e poi punterà verso Bennu, un asteroide appartenente alla famiglia Apollo, classificato comecarbonaceo di tipo B, di forma sferoidale e diametro medio di 560 metri. Il corpo celeste, ‘battezzato’ tramite il concorso internazionale “Name that Asteroid!”, porta il nome di unadivinità dell’antico Egitto associata alla rinascita.
L’incontro tra la sonda e Bennu è previsto dopo poco meno di due anni di viaggio – agosto 2018 – e da quel momento la missione entrerà in una fase di studio e mappatura dell’asteroide che sarà propedeutica alla manovra di raccolta dei campioni. In base ai dati acquisiti il team della missione sceglierà il sito più adeguato per il prelievo, un’area ampia circa 50 metri, che sarà individuata tenendo presente sia gli obiettivi scientifici, sia la tutela del veicolo spaziale da eventuali rischi di collisione.
Questa cruciale operazione, denominata TAG-SAM (Touch AndGo Sample Arm Mechanism) è in programma per luglio 2020 e verrà effettuata tramite un braccio robotico lungo tre metri.
Il momento del prelievo vero e proprio durerà solo 5 secondi e porterà alla raccolta di almeno 60 grammi di piccole rocce e polveri, che viaggeranno in una capsulaper arrivare sulla Terra nelsettembre 2023.
“La missione OSIRIS-REx – ha commentato il Presidente dell’ASI Roberto Battiston – rappresenta il primo esempio dello space mining, lo sfruttamento minerario degli asteroidi, che potrebbero contenere minerali per noi preziosi e in quantità maggiore di quanto se ne possa trovare sulla Terra. E’ una delle nuove sfide della ‘Space Economy’, lo spazio come risorsa economica”.
I frammenti di Bennu saranno successivamente affidati ai laboratori del Johnson Space Center della NASA che si occuperanno delle analisi, finalizzate alla ricerca di acqua e altre molecole organiche. L’asteroide infatti è un ‘superstite’ del periodo diformazione del Sistema Solare, più di 4,5 miliardi di anni fa, e gli scienziati ipotizzano che oggetti come Bennu possano essere stati una fonte di elementi-chiave per lo sviluppo della vita sulla Terra dei primordi.
La missione, che riporterà di nuovo sulla Terra campioni di un corpo celeste dall’epoca del programma Apollo, ha anche un ‘tocco’ di tricolore: è stata infatti realizzata in Italia – da Leonardo-Finmeccanica – la bussola stellare che permetterà a OSIRIS-REx di orientarsi e calcolare la rotta verso la sua destinazione.