Orso in Trentino è caccia a JJ4. Individuata l’orsa che ha aggredito il giovane runner Andrea Papi nei boschi. È partito immediato l’ordine di abbattimento dell’animale che si è reso reo dell’attacco mortale e, al solito, sono partite le polemiche di rito. Da una parte le istituzioni e dall’altro le associazioni animaliste.
JJ4 non è nuova ad attacchi verso le persone e già in passato si è resa protagonista di altri episodi che, per fortuna, non hanno causato nessun morto ma solo alcuni feriti. Il Trentino è stato scenario, ma anche altre regioni, di casi che hanno visto al centro altri orsi e sempre l’idea iniziale è stata quella di abbattere l’animale ma spesso ricorsi e contro ricorsi hanno portato al nulla di fatto con i tribunali che hanno annullato le direttive ritenendo non congrua la “pena” rispetto ai fatti accaduti. Questa occasione non fa eccezione, infatti la LAV già ha fatto sapere che:
Orso in Trentino: dolore e accuse
«Il nostro Ufficio Legale è già a lavoro per impugnare questa ordinanza, che ha più il sapore di una vendetta nei confronti dell’orso, che non la ricerca di sicurezza attraverso la convivenza pacifica, nel rispetto della vita dei cittadini e degli animali»
Di segno totalmente opposto, ed a giusta ragione, la posizione dei genitori di Andrea Papi che in occasione della celebrazione dei funerali non hanno potuto non esprimere tutto il loro rammarico dichiarando:
«Non hanno fatto niente per evitare il primo morto: non ci abbandonate» la madre e «Chi ha sbagliato faccia un passo indietro» il padre.
Un dolore composto ma che ha sottolineato con forza che qualcosa non è sicuramente andato per il verso giusto nell’opera di ripopolamento che è stata fatta con l’apposito programma pubblico in Trentino. Il sentire comune è che si avverte una grande insicurezza. I cittadini trentini non si sentono al sicuro rispetto ad animali fuori controllo che non sono più neppure tutti monitorati con i Gps.
Non è più tempo di difese ideologiche, valide in teoria ma fallaci nella pratica. Il problema c’è è va affrontato subito ed in maniera risolutiva, magari con spostamenti degli animali e riconsiderazione totale del piano di ripopolamento o altro. Negare le responsabilità, anche solo oggettive, degli orsi (in questo caso) non fa bene a nessuno. Equilibrio è la parolina magica e questo va trovato senza alzare barricate e solo con criteri scientifici.