L’orso bruno europeo JJ4 continua a far parlare di sé. O meglio, la vicenda dell’orsa che lo scorso 5 marzo ha aggredito il runner Andrea Papi uccidendolo continua a dividere l’opinione pubblica e non solo. Tutti gli attori di questa storia esprimono opinioni diverse e contrastanti tra loro. Intanto l’orsa è stata catturata e molto probabilmente sarà abbattuta. Ricapitoliamo la sua storia.
Il progetto Life Ursus
Nel 1999 è partito Life Ursus, il progetto finanziato dalla Comunità europea per il ripopolamento dell’orso bruno europeo. In Trentino, dove la specie si era ridotta quasi all’estinzione, tra il 1999 e il 2002 sono stati rilasciati 10 orsi nati in libertà in Slovenia. A poco più di vent’anni dall’inizio del progetto l’ambientazione degli esemplari non ha registrato problemi tranne poche eccezioni. Oggi, grazie al progetto, gli esemplari che abitano in Trentino sarebbero arrivati a 100, un numero che potrebbe creare qualche difficoltà. Per monitorarli i responsabili del progetto li hanno denominati con delle sigle. Alcune di queste sigle sono composte da F o M a seconda che si tratti di esemplari femmine o maschi e un numero progressivo, altre riportano le iniziali dei genitori seguite da un numero che indica l’ordine di nascita.
“Vizio di famiglia”
Tra gli orsi arrivati in Trentino vent’anni fa ci sono anche Joze e Jurka. Il primo è un maschio rilasciato nel 2000, la seconda una femmina rilasciata nel 2001. La coppia ha avuto quattro cuccioli denominati JJ1, JJ2, JJ3 e JJ4. I primi tre sono maschi, la quarta è una femmina ed è l’orsa di cui si parla tanto in queste settimane. Dicevamo che il processo di adeguamento degli orsi all’ambiente non ha dato problemi tranne rare eccezioni. Alcune di queste eccezioni sono state rappresentate da JJ1 che, giunto prima in Austria poi in Germania, ha creato non pochi problemi ad alcune imprese agricole e allevamenti. Dopo aver cercato più volte di rieducarlo nel 2016 hanno dovuto abbatterlo. JJ2 si è integrato con l’ambiente antropico senza troppi problemi. JJ3 ha sconfinato in Austria dove l’a sua ‘eccessiva interazione con l’ambiente ha reso inevitabile il suo abbattimento.
L’orso bruno europeo JJ4
Lo scorso 5 marzo il runner Andrea Papi, che si trovava nei boschi del Trentino, si è imbattuto nell’orsa JJ4 che lo ha aggredito e ucciso. Un gesto da molti interpretato come difesa dei suoi cuccioli. Non era la prima volta che l’orsa si rendeva protagonista di un gesto simile solo che prima di allora non aveva mai ucciso nessuno ma solo ferito.
Quando gli episodi di aggressione non sono molto gravi la procedura prevede che l’animale sia catturato e gli sia messo un radiocollare. Può essere poi trasferito in un’altra area o essere messo in cattività. Quando gli episodi sono gravi, invece, si procede con l’abbattimento dell’animale. Gli interventi da effettuare sono stabiliti in base ai comportamenti dell’orso classificati per la loro pericolosità nel Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali (detto PACOBACE).
Partendo dal presupposto che se l’orso si ambienta e si abitua alla presenza dell’uomo può avvicinarsi di più a lui generando sempre più situazioni potenzialmente pericolose, il documento ha subito delle variazioni negli anni. In principio gli atteggiamenti di difesa di un’orsa nei confronti dei propri cuccioli non era considerato a rischio. Oggi invece rientra tra gli atteggiamenti che prevedono l’abbattimento.
Il presidente della provincia autonoma Maurizio Fugatti ha ordinato l’abbattimento dell’orsa ma il TAR di Trento ha bloccato l’ordinanza. Le associazioni animaliste hanno lanciato una petizione per fermare l’abbattimento dell’orsa. Anche la famiglia della vittima non si è dichiarata favorevole all’abbattimento dell’animale.
Schierarsi dalla parte dell’orso o dell’uomo ha poco senso. Occorre piuttosto ripensare ai programmi di ripopolamento, monitorare al meglio gli sviluppi per trovare un equilibrio più sano tra uomo e natura.