Gli Orphans di Dennis Kelly, il quarantasettenne pluripremiato drammaturgo di Barnet, arrivano al Teatro Nuovo di Napoli grazie a un progetto di Monica Nappo, prodotto da Marche Teatro e diretto da Tommaso Pitta.
A dar vita in scena allo spettacolo, che si avvale della traduzione di Gianmaria Cervo e Francesco Salerno, saranno, oltre alla stessa Monica Nappo, Paolo Mazzarelli e Lino Musella.
Scritto nel 2009, Orphans è una storia nera dai ritmi serrati che mette a dura prova valori e principi morali.
Il testo mette al centro della trama una coppia inglese come tante, quella di Helen e Danny, il cui rapporto è messo fortemente in crisi da Liam, il fratello di lei, che una sera irrompe in casa loro completamente ricoperto di sangue e in evidente stato di shock.
Liam afferma di aver trovato sulla strada un ragazzo ferito che, dopo aver soccorso, sarebbe fuggito via. Il suo resoconto sull’accaduto si dimostra contraddittorio e reticente; così, sotto le insistenti domande della coppia, in un crescendo di ammissioni, la verità verrà paurosamente a galla, una verità che coinvolgerà piano piano, e in modo atroce, anche il riluttante Danny, che si è da sempre sentito escluso dal particolarissimo legame intessuto tra i due fratelli, rimasti fin da piccoli senza genitori.
E alla fine anche Helen, che ha sempre perdonato ogni cosa al fratello, sarà profondamente toccata dagli avvenimenti, dovendo necessariamente distaccarsi da lui per salvare il rapporto con il marito, che apparirà però irrimediabilmente compromesso.
“Orphans – scrive il regista in una nota – è eccezionale a più livelli. Potrebbe essere definito il dramma della simbiosi. La tragedia di tre personaggi che non possono fare a meno l’uno dell’altro al punto che, per salvare l’insalvabile, finiscono per distruggere ogni legame tra loro e quindi per autodistruggersi”.
Orphans fu scritto in tempi non ancora come gli attuali, quando il tema dei migranti e delle problematiche a loro legate non era quotidianamente in prima pagina, ma in Inghilterra la violenza nelle aree urbane era comunque una tematica presente.
La violenza e la natura della paura, in particolare la paura dell’altro che non conosciamo, quella paura che ci spinge a chiudere porte e finestre del nostro piccolo nucleo familiare, sono i temi centrali del testo di Kelly
La storia lambisce solamente il tema del razzismo, interrogandosi soprattutto sui valori che ogni essere umano possiede dentro di sé; ma i fatti quotidiani di questi nostri anni la ha resa quanto mai portatrice di nuove domande.