Gli anziani, attori sempre più rilevanti delle nostre città, sono sempre più soli: nella fase di lockdown si sono allentati anche i rapporti con medici e specialisti che li hanno in cura, rischiando così il totale isolamento. Se ne sono andati in molti, in silenzio, con il Coronavirus, lasciandoci un grande vuoto. La loro scomparsa è anche perdita della saggezza, della memoria e delle esperienze che hanno dato lustro alla nostra nazione. Poco ascolto attivo che potrebbe essere davvero controproducente.
Ascolto attivo e Covid-19
Bisogna convivere con il COVID-19 nei prossimi mesi e gli anziani, soprattutto se affetti da patologie croniche, rappresentano un terreno fertile per il virus. Secondo recenti dati ISTAT, la frequenza delle patologie croniche aumenta con l’avanzare degli anni: già nella classe 55-59 anni ne soffre il 53%, tra le persone ultra settantacinquenni la quota raggiunge l’85,3%
Gli anziani necessitano di essere rassicurati per riprendere una vita di relazioni e guardare con serenità il futuro. Oggi è possibile essere seguiti e curati anche a distanza, grazie alle tecniche di ascolto attivo, alla medicina narrativa e alla telemedicina. Bisogna tendere ad una visione in itinere della salute del paziente anziano. Le patologie e problematiche oggi solo in nuce, possono subire una repentina evoluzione in brevissimo tempo. La medicina del futuro sarà sempre più multitasking, molti la definiscono già la medicina delle quattro P: Personalizzata, Predittiva, Preventiva e Partecipativa.
Ad una rinnovata sensibilità del rapporto medico-paziente guarda la Medicina Narrativa (Narrative Based Medicine). Fondata in America negli anni novanta da Rita Charon, della Facoltà di Medicina della Columbia University, oggi sta raccogliendo molti consensi anche in Italia. Si avverte, infatti, la necessità di far interagire l’aspetto scientifico, proprio dell’attività clinica (disease), con il vissuto della malattia da parte del paziente (illness).
Un esempio di questo innovativo approccio è il Progetto Silver, ideato da Lea Di Muzio e realizzato da DentalBreraClinic, unostudio odontoiatrico situato in via Brera a Milano. I due titolari Stefano Gracis e Matteo Capelli vantano una lunga esperienza clinica e un continuo confronto con realtà internazionali.
Come funziona il progetto Silver?
Il progetto, che ha avuto il lancio sulle più importanti agenzie di stampa, propone una nuova visione della Odontoiatria geriatrica. Questa branca della Odontoiatria nei prossimi anni vedrà un significativo sviluppo, per l’inarrestabile processo d’invecchiamento della popolazione nei paesi occidentali.
Elemento fondante del Progetto Silver è il recupero della dimensione emozionale e culturale della cura, il rispetto dell’individualità, l’aspetto etico anche tramite l’ascolto attivo. L’evidenza scientifica che governa i protocolli clinici interagisce con lo studio del carattere e della personalità del paziente. I dati contenuti nella scheda anagrafica e anamnestica si integrano con il racconto che il paziente fa di sé. La raccolta delle informazioni diventa così multidimensionale: entrano in gioco la componente soggettiva, l’identità personale, la lettura e l’interpretazione che il paziente fa del piano di cura che gli viene proposto. E’ ciò che permette di instaurare un rapporto simmetrico tra il clinico e il paziente.
Il coordinatore terapeutico, figura centrale del Progetto Silver, segue il paziente in itinere. La relazione non si esaurisce con il rapporto vis-à-vis ma continua anche a distanza. Cambia lo scenario, il contesto della relazione, ma non l’essenza: prima del lockdown, il paziente veniva accolto nella saletta riservata di via Brera – dove ha sede lo studio odontoiatrico -oggi il paziente è nell’intimità della sua casa, fra i suoi ricordi, nell’ambiente che gli è familiare.
L’ascolto attivo e il paziente del Progetto Silver
Il paziente con il Progetto Silver viene inserito in uno dei due percorsi di cura studiati dall’equipe di DentalBreraClinic, contrassegnati dal colore verde, se non si presentano problematiche particolari, arancio se si rilevano patologie sistemiche come il diabete, per monitorarne l’evoluzione. Elemento fondante del progetto è l’approccio interdisciplinare: l’attività clinica dello studio odontoiatrico viene affiancata da un team di medici specialisti come lo Gnatologo, il Patologo orale, il Nutrizionista.
La bocca fa da sentinella della salute in quanto riesce ad intercettare quelle forme patologiche e disfunzionali tipiche delle malattie sistemiche. La interdisciplinarietà apre anche le porte alla telemedicina: il paziente può tranquillamente controllare da casa il suo indice glicemico comunicando i valori rilevati al medico di base per una rivalutazione della terapia farmacologica, tenendo presente che il diabete può influenzare negativamente anche l’evoluzione della parodontite.
La lunga esperienza maturata in DentalBreraClinic con i pazienti anziani, grazie all’alta specializzazione in ambito protesico, ha dato vita ad un piccolo Osservatorio di odontoiatria geriatrica. I casi che vengono esaminati nell’attività quotidiana sono attentamente documentati. Si guarda non solo l’aspetto clinico ma lo stile di vita del paziente, le abitudini alimentari, il quadro familiare, informazioni preziose che andranno ad alimentare il Fascicolo Sanitario elettronico del paziente.
Il Progetto Silver, infine, apre le porte al mondo esterno, nell’ottica di una medicina che dovrà essere sempre più integrata e territoriale. Agli incontri “La bocca, specchio della salute” organizzati periodicamente (con il patrocinio dell’OMCeO di Milano) partecipano Medici di Medicina Generale e Geriatri, per analizzare e riflettere insieme sulla correlazione delle malattie sistemiche, proprie dell’età e i problemi del cavo orale. Gli incontri si svolgono in un clima fondato sulla collaborazione e sulla condivisione di esperienze e metodologie.