Dopo l’incidente a Cape Carneval sulla rampa di lancio del razzo Falcon 9 di Space X, durante un test di routine, la NASA ha già annunciato che non vi saranno conseguenze sullo sviluppo della base di lancio e sul calendario dei prossimi voli.
Una conferma pratica sembra adesso arrivare da uno dei fiori all’occhiello dell’agenzia spaziale americana, la capsula Orion, destinata a grandi imprese: dall’esplorazione umana degliasteroidi e degli spazi cislunari, fino ad arrivare al futuro sbarco su Marte.
Ma prima di colonizzare altri pianeti, il veicolo spaziale targato NASA dovrà affrontare il suo secondo volo di collaudo senza equipaggio, programmato per la fine del 2018 durante l’Exploration Mission 1 (EM1).
Una tappa fondamentale per rispettare questo importante traguardo è stata appena raggiunta al Kennedy Space Center, dove il modulo Orion è arrivato lo scorso febbraio: il completamento del primo sistema di propulsione del veicolo spaziale.
“La conclusione di questa fase di Orion – commenta Scott Wilson, responsabile NASA del Programma – segna una tappa fondamentale per l’intera produzione delle prossime navicelle di volo. Ci stiamo spostando dall’assemblaggio delle strutture all’installazione vera e propria del sistema che spingerà Orion lontano dalla Terra, più lontano di qualunque altro veicolo spaziale fino ad ora”.
Il primo volo senza equipaggio di Orion è avvenuto con successo: la navicella ha compiuto due giri completi attorno alla Terra, raggiungendo un picco di 5.700 chilometri di altitudine e andando poi a tuffarsi nel Pacifico.
La seconda prova, come il team del programma Orion sa molto bene, sarà più difficile: l’Exploration Mission 1 durerà tre settimane, e segnerà il debutto del nuovo Space Launch System messo a punto dalla NASA.
In questa tappa cruciale, ultima missione unmanned di Orion, verranno testate le prestazioni della navicella prima del suo utilizzo con astronauti a bordo. Sarà dunque la prova generale della prima missione con equipaggio, prevista al momento per il2021, e delle successive missioni nello spazio profondo.
“Sono tappe come questa – conclude Wilson – a indicare il progresso verso il deep space. Il primo viaggio umano su Marte è alle porte”.