«La battaglia avviata mesi fa dall’Ordine dei Medici di Napoli sta diventando una battaglia comune per la salute e la cancellazione delle diseguaglianze. La scelta della FNOMCeO mi conforta e mi rafforza nella convinzione che questa sia la strada giusta da percorrere».
Queste sono le parole del presidente dei camici bianchi partenopei Silvestro Scotti che si riferiscono all’approvazione da parte della FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici) di un ordine del giorno volto a eliminare le diseguaglianze di salute, create da un’iniqua distribuzione delle risorse che penalizza in particolar modo le regioni del Sud.
«La Campania – ricorda Scotti – è tra le regioni maggiormente penalizzate perché oggi i fondi si attribuiscono sulla base dell’età media della popolazione. Una popolazione giovane ha bisogno di meno risorse solo se è una popolazione sana, non vorrei che noi fossimo più giovani perché moriamo prima».
Le 590 pagine del rapporto Osservasalute 2015 fanno notare come i cittadini della Campania abbiano oggi un’aspettativa di quattro anni in meno di vita rispetto a chi vive nelle Marche o in Trentino. Lo stesso rapporto evidenzia che il sistema sanitario italiano è uno dei migliori sistemi sanitari al mondo, ma solo per una parte della popolazione. Parlano di diseguaglianza anche i dati sulla spesa pro capite: la più alta in Molise (2.226 euro) mentre la più bassa in Campania (1.689).