Mentre, in Italia, il buon governo Renzi si dedica anima e corpo all’epocale battaglia per l’eliminazione di quel residuo di diritti (art.18) che ancora contiene l’ormai iper-stuprato statuto dei lavoratori i dati economici assumono le sembianze sempre più prossime a quello che è un vero e proprio bollettino di guerra.
Ecco che persino uno dei fiori all’occhiello della nostra economia, il tanto osannato “Made in Italy” ha ridotto paurisamente le sue perfomance sui mercati internazionali.
A luglio, le esportazioni hanno subito una riduzione del 2,5% a livello complessivo.
“Il dato negativo del mese di luglio si spiega, da un lato, con la crisi economica e, in alcuni casi, politica che stanno attraversando alcuni tra i nostri principali partner extra-UE, dall’altro, con il fatto che il periodo in questione coincide con la fase di massimo apprezzamento dell’euro sul dollaro”, ha sottolineato Gaetano Fausto Esposito, Segretario Generale di Assocamerestero, commentando i dati.
“Non resta che verificare se, nel medio periodo, l’attuale indebolimento della moneta unica potrà fungere da traino per la ripresa dell’export su questi mercati”.
Nonostante ciò serve sempre ricordare, però, che il saldo del Made in Italy, da un contributo complessivo alla nostra economia che ancora sfiora il 70%.