I dati della scienza spaziale accessibili a tutti. E’ questo l’obiettivo principale di Open Universe, il piano lanciato dal Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, durante i lavori del 59° COPUOS in corso a Vienna, presso lo United Nations Office for Outer Space Affairs.
L’iniziativa, che mira a promuovere e a diffondere a livello globale la scienza spaziale e l’astronomia, si svilupperà attraverso una serie di azioni che allargheranno il pubblico e incrementeranno i benefici per tutti gli utenti provenienti dallamiriade di dati scientifici che le sonde spaziali raccolgono e trasmettono durante i loro viaggi nello spazio profondo.
Tra queste, un’importante e costante fornitura di dati pronti per l’utilizzazione, la promozione di nuovi servizi centralizzati in grado di essere fruiti tramite Internet, un miglioramento della trasparenza, accuratezza e velocità nello scaricare i dati spaziali.
“Internet ci dà la possibilità di reperire facilmente e velocemente i dati scientifici e, in linea di principio, ci fornisce anche la garanzia che tutti possano accedervi facilmente – ha detto Roberto Battiston – Con Open Universe vogliamo che i benefici tocchino tutti gli utenti, e non solo la comunità scientifica”. (Nella foto sopra, da sinistra: l’ambasciatore Filippo Formica, Roberto Battiston e il Direttore UNOOSA Simonetta Di Pippo).
L’iniziativa presentata durante una delle sessioni plenarie, vuole instaurare con il supporto dell’Ufficio dell’ONU per gli Affari Spaziali una recensione indipendente ed esterna dei provider di dati scientifici spaziali al fine di migliorarne la fruizione. Per questo è stata stilata una lista di obiettivi ambiziosi:
– Aumento del livello di condivisione delle scoperte scientifiche in tutto il mondo;
– Miglior uso dei sistemi centralizzati di analisi sulle correlazione tra dati, in modo di allargarne utilità e scopi;
– Promozione di nuove funzioni d’archivio;
– Sostegno della collaborazione tra partner internazionali in modo da ottenere una più alta partecipazione tra gli utenti delle comunità dei paesi membri dell’ONU;
– Rafforzamento dei servizi per l’istruzione e la ricerca;
– Maggior coinvolgimento del settore privato;
– Estensione ad una fetta più grande di cittadini la conoscenza delle scoperte scientifiche;
– Aumento della velocità di acquisizione della conoscenza.
“Lo spazio è per definizione senza confini e quindi anche i risultati della ricerca spaziale devono poter andare ad arricchire la conoscenza di tutti coloro che lo desiderano – ha concluso Battiston – Solo così riusciremo a estrarre valore da questa conoscenza a fare in modo che il beneficio ricada sulla società nel suo complesso”.
Ora che la sfida è stata lanciata, bisognerà costruire il consenso di tutti i Paesi che siedono all’UNOOSA. Un lavoro lungo e complesso, ma fondamentale per la valorizzare e condividere la ricchezza dei dati scientifici che ci arrivano tutti i giorni dalle missioni spaziali di tutto il mondo.