Al giorno d’oggi, l’inquinamento è un argomento molto delicato e molto attuale. Tra quello atmosferico, sonoro e marino forse passa troppo incolpevolmente in secondo piano un tipo d’inquinamento molto vicino a noi: quello elettromagnetico.
Inquinamento elettromagnetico: cos’è?
Ma cosa intendiamo con questo problema tanto attuale dei nostri giorni? Ebbene, noi lo possiamo definire come figlio dei nostri giorni ovvero nato dall’evoluzione tecnologica e causato dalle onde radio emesse dai campi elettromagnetici. Queste onde nascono dai diversi utilizzi dell’elettricità che generano campi elettrici e magnetici a bassa o alta frequenza.
Queste onde sono molto (forse troppo) frequenti soprattutto nell’utilizzo del telefono cellulare che al giorno d’oggi è un mezzo fondamentale e vitale per la vita di tutte le persone.
Le onde elettromagnetiche dallo smartphone: una soluzione?
Una domanda sorge spontanea: cosa per risolvere il problema? Nel corso degli anni, sono stati prodotti e messi in commerci tanti prodotti che si proclamavano “risolutori” ma a conti fatti si trattava solo di tanto clamore per nulla.
Ma un brevetto potrebbe cambiare le cose. Lo hanno realizzato una coppia di ricercatori della provincia di Foggia: il Pti Antonio Coscia e la Dottore.ssa Ingrid Ruggiero che dopo anni di ricerca e lavoro hanno progettato una Cover che definire speciale è poco. Questo strumento ha una capacità speciale ovvero quella di schermare non solo i campi elettromagnetici generati dalla trasmissione di un telefono cellulare, ma addirittura i campi magnetici diretti, sia in entrata che in uscita dalla cover. Altra capacità molto utile è quella di poter contenere, nelle tasche, carte di credito, monete elettroniche o qualsiasi altro oggetto senza che possano smagnetizzarsi o interferire con il segnale del telefono. Inoltre, il dispositivo è già al vaglio di importanti centri di ricerca per prove sperimentali.
Insomma, questo sembra essere stato un lavoro lungo e metodico che ha portato allo sviluppo e alla realizzazione di uno strumento che potrebbe rivelarsi davvero molto utile nella lotta all’inquinamento elettromagnetico.