Un nuovo studio pubblicato su Science Advances ha rivelato un fenomeno interessante: le ondate di calore si stanno propagando più lentamente rispetto a 40 anni fa. Questo rallentamento, che potrebbe sembrare una buona notizia, è in realtà un effetto collaterale del cambiamento climatico e porta con sé conseguenze negative.
Lo studio
Analizzando dati dal 1979 al 2020, i ricercatori hanno scoperto che la velocità di propagazione delle ondate di calore globali è diminuita del 20%. In media, un’ondata di calore oggi impiega 12 giorni per attraversare 1.000 chilometri, contro i 10 giorni di 40 anni fa.
Perché le ondate di calore rallentano?
Il rallentamento è dovuto principalmente all’aumento del riscaldamento globale. L’atmosfera più calda trattiene più umidità, che a sua volta favorisce la formazione di nubi e precipitazioni. Queste nubi e precipitazioni possono schermare la superficie terrestre dalla radiazione solare diretta, rallentando la propagazione del caldo.
Le conseguenze
Nonostante la velocità ridotta, le ondate di calore odierne sono più intense e durature. Le temperature massime durante un’ondata di calore sono in media 1°C più alte di 40 anni fa, e la durata media è aumentata da 8 a 12 giorni.
Un problema serio
Le ondate di calore prolungate e intense possono avere gravi conseguenze sulla salute umana, sull’agricoltura e sugli ecosistemi. Le persone anziane e i bambini sono particolarmente vulnerabili al caldo eccessivo, che può causare disidratazione, colpi di calore e altri problemi di salute. L’agricoltura può subire danni significativi a causa del caldo e della siccità, con perdite di raccolti e danni alle colture.
Cosa fare?
Per mitigare gli effetti negativi è necessario ridurre le emissioni di gas serra e contrastare il cambiamento climatico. È importante anche migliorare i sistemi di allerta precoce e di gestione delle ondate di calore, e mettere in atto misure per proteggere le persone più vulnerabili.