Il 30 marzo il parlamentare britannico Jamie Wallis, del partito dei Tory, ha fatto coming out. In un lungo tweet ha raccontato la sua storia segnata dalla disforia di genere, da abusi subiti e dalla ricerca del vero sé. Il gesto di Wallis, a oggi primo parlamentare inglese transgender, ha riscosso il sostegno del suo partito e messo in particolare imbarazzo il premier Boris Johnson. Quello di Wallis non è, lo sappiamo, il primo caso di omosessualità nella storia dei conservatori britannici.
La gaffe di Boris Johnson
Il giorno prima della pubblicazione del tweet di Wallis, il premier britannico aveva iniziato un incontro con i rappresentanti del suo partito, i Tories, pronunciando battute a sfondo omosessuale. Al post del suo compagno di partito ha, però, risposto mostrando piena solidarietà e ammirazione per il coraggio di aver raccontato una storia così intima e delicata. I partiti conservatori, notoriamente avversi a ogni questione che riguardi la sfera LGBT, in Inghilterra rappresentano potremmo dire una sorta di eccezione. Al loro interno contano diverse storie di omosessualità.
It’s time. https://t.co/cbt0tKQZuN pic.twitter.com/IUaCjm9PtE
— Jamie Wallis MP (@JamieWallisMP) March 30, 2022
L’omosessualità tra i conservatori britannici: un po’ di storia
Il primo politico britannico omosessuale che possiamo ricordare è il più giovane primo ministro inglese, William Pitt II. Guidò il governo dal 1783 al 1801 e dal 1804 al 1806. A lui si deve l’India Act, il progetto di legge sulla riorganizzazione della Compagnia delle Indie Orientali e tutta la sua politica fu incentrata sulla lotta alla corruzione.
Negli anni Ottanta del Novecento, un politico anch’egli conservatore e dichiaratamente omosessuale è stato Matthew Parris. Membro del governo dal 1979 al 1986, ha fortemente sostenuto i diritti gay. Battaglia che ha continuato a sostenere anche durante la sua carriera seguente da giornalista. Ha sposato il suo compagno di lunga data Julian Glover, anch’egli giornalista e ghostwriter per David Cameron. Nel 2010, Parris è stato eletto la 49ma persona LGBT più influente d’Inghilterra nell’ambito di un sondaggio condotto dall’Indipendent on Sunday. Ad Alan Duncan va riconosciuto, invece, il primato di essere stato il primo parlamentare conservatore a essersi dichiarato gay quando era ancora in carica nel 2002. Parris, infatti, aveva fatto coming out, dopo aver abbandonato la carriera politica.
I diritti LGBT in Gran Bretagna
L’apertura al mondo LGBT inizia, in Gran Bretagna, negli anni Cinquanta del Novecento con il Rapporto Wolfenden. La commissione istituita concluse i suoi lavori affermando che gli atteggiamenti omosessuali tra persone adulte e consenzienti in privato potevano non essere considerati una malattia. Conclusioni alle quali il vescovo di Canterbury dell’epoca, Geoffrey Francis Fisher, diede per così dire un assist parlando di un regno sacro della privacy nel quale la legge non deve entrare. Il rapporto mise fine alla lunga pagina di sanzioni e condanne per il reato di omosessualità. Il Sexual Offences Act del 1967, valido solo in Inghilterra e Galles, stabilì che gli atti omosessuali non erano perseguibili a condizione che fossero consensuali, tra persone consenzienti e di età non inferiore ai 21 anni.
Nel corso degli anni, queste tre condizioni sono state cancellate fino ad arrivare al Civil Partnership Act del 2004 nel quale si riconoscono, In Inghilterra, Galles e Scozia, le unioni civili, alias i matrimoni tra persone dello stesso sesso. L’Irlanda del Nord, invece, ha visto riconoscere i matrimoni omosessuali nel 2019. In Inghilterra e Galles, dal 2002 esiste anche l’Adoption and Children Act che prevede la possibilità di adottare bambini per chiunque indipendentemente dalle relazioni che intrattiene.