Dentro se stessi, dentro “l’abisso”
Oltre l’abisso di Elisabetta Tagliati edito da Pluriversum Edizioni è un romanzo onirico. Il libro è la trasposizione di un sogno che sconvolge l’autrice e che la spinge a mettere su carta la straordinaria esperienza dai risvolti spirituali. Nel sogno, l’autrice è proprio Bethel, la protagonista del romanzo, la capoclan di una tribù celtica. Il libro è ambientato in un tempo lontanissimo, ricco di mistero, magia, dei e divinità le cui leggende appassionano da secoli.
Oltre l’abisso è un romanzo in cui l’autrice e la protagonista viaggiano alla scoperta di se stesse e alla ricerca dell’essenza di tutto ciò che ci circonda, toccando temi e sentimenti universali. Un percorso di conoscenza che mette la protagonista a confronto con la realtà, imponendole scelte, spingendola a conflitti e a importanti decisioni. Avventure, passioni, amori, morte e conflitti si mescolano a momenti di introspezione e puro misticismo. Oltre l’abisso è quindi un’esperienza che ci accompagna verso quel buco nero che spesso ignoriamo, l’esplorazione del quale ci può condurre ad una nuova rinascita, ad una diversa consapevolezza di sé e degli altri.
Elisabetta Tagliati è laureata in informatica, è un’appassionata di canto e ha seguito diverse masterclass con artisti di fama internazionale. Ha studiato canto lirico e moderno, scrittura e recitazione. E’ abilitata alla professione di cantoterapista (che le consente di approfondire i legami tra canto e spirito) e tiene seminari orientati al benessere e al rilassamento. Elisabetta Tagliati è una scrittrice esordiente e Oltre l’abisso è il suo primo romanzo.
Abbiamo avuto il piacere di scambiare con l’autrice qualche battuta di approfondimento sul suo romanzo e sulle tematiche che affronta.
Oltre l’abisso di Elisabetta Tagliati
Salve Francesca e grazie infinite per questa opportunità. Un saluto grande anche a tutti i lettori.
Oltre l’abisso è il suo primo romanzo, cosa l’ha spinta ad avvicinarsi alla scrittura?
Io mi sono sempre occupata di scrittura, fin dalle scuole medie, in cui scrivevo fanfiction collaborative e romanzi con un’importante amica. Ho scritto vari testi di canzoni e usato la scrittura per fare chiarezza su riflessioni e opinioni.
Per me la scrittura ha sempre avuto un ruolo ‘privato’, nel senso che ho dedicato la mia vita pubblica alla musica, e non avevo mai pensato di pubblicare i miei scritti. La cosa cambiò con Oltre l’Abisso perché ebbi da subito la sensazione che il messaggio sotteso al libro andasse condiviso. Il libro ha ricevuto ottime recensioni e questo mi ha ispirata nell’addentrarmi nel mondo della scrittura, partecipando a concorsi e antologie.
Possiamo affermare che la protagonista Bethel è il suo alter ego?
Certo. Oltre l’Abisso è scritto in prima persona e vorrei che ogni lettore potesse identificarsi (o almeno entrare in empatia) con Bethel. Per me questa scelta è stata naturale perché la vicenda che narro è la trascrizione di un sogno dove io ero Bethel.
Dai riscontri di molti lettori ho notato che le riflessioni di Bethel portano a porsi interrogativi ed approfondire spunti, però spesso il personaggio preferito non è lei. Questa cosa mi diverte e piace: non volevo creare un protagonista angelicato, ma una persona vera, con luci e ombre. Tutti i personaggi del romanzo hanno sfaccettature e valori diversi: non esiste un vero buono, né un cattivo, né un eroe.
Una precisazione su Bethel: io condivido con lei molti valori, abbiamo però culture e passati molto diversi, perciò, non è detto che se mi trovassi nelle sue stesse situazioni mi comporterei allo stesso modo. Al contrario di alcuni lettori, io capisco e condivido molto bene le sue motivazioni.
Il suo romanzo verte su un’esperienza mistica importante. Lei pensa che senza questa esperienza Bethel non avrebbe mai scoperto se stessa?
Una delle ragioni per cui ho pubblicato il romanzo è anche la curiosità di ricevere interpretazioni di questo misterioso sogno durato 3 mesi. Certamente la scoperta di Bethel ha aperto porte inaspettate (come la pubblicazione del romanzo e l’opera rock) , ma penso che possa essere stato anche un modo per tirare le fila di riflessioni che già mi appartenevano e che non ero riuscita a esplicitare con chiarezza fino a quel momento.
Mi piacerebbe pensare che io e Bethel abbiamo fatto il salto nell’Abisso collaborativamente, sebbene il mio ruolo appaia quello di un’osservatrice.
Come tutti i prodotti del mondo onirico anche Oltre l’Abisso si presta a numerosi piani di lettura, uno dei quali potrebbe essere che i 4 personaggi principali (che hanno carattere e credenze assimilabili ai quattro Elementi) sono diverse (e complementari) parti della personalità.
Per quanto mi riguarda sono costantemente alla scoperta di me stessa ed è una strada molto lunga; Bethel è stata una componente inaspettata e incredibile, ma non potrei mai sentirmi ‘arrivata’. Lei stessa non riesce a colmare del tutto la conoscenza di sé.
Spero ci saranno molte altre Bethel nel mio futuro.
Lei coltiva molti interessi tra cui la musica. Oltre l’abisso è accompagnato da un’opera rock musicata dal compositore Perry Magnani. Perché ha sentito l’esigenza di questo connubio?
Mi sento di dire che la musica è il mio linguaggio primario, pur non essendo (purtroppo) una compositrice. Ho esperienze come cantante in ogni genere musicale, sono laureata in lirica al conservatorio, sto frequentando un master in vocologia e sono cantoterapista. Per me la voce è ciò che unisce corpo e anima.
Questo fa sì che l’idea di mettere Oltre l’Abisso in musica fosse per me davvero funzionale. Nonostante queste premesse la proposta arrivò dapprima da Perry, al quale inviai una bozza del mio sogno subito dopo averlo fatto ed egli mi risposte, con mio grande stupore, che voleva farne uno spettacolo. Lo show infatti traspone in musica solo il primo capitolo del romanzo (le prime due sere di sogni): la motivazione è di ordine pratico, dopo la vicenda si fa molto introspettiva e non adatta alla messa in scena.
Ci siamo messi al lavoro da subito. Con Perry c’è sempre stata ottima collaborazione e amicizia: abbiamo lavorato fianco e fianco nella stesura, sebbene io mi sia occupata prevalentemente di libretto e lui di musica sono stati preziosi i rispettivi spunti su ambo gli ambiti. E’ stato un vero tour de force, ma nel giro di un anno avevamo debuttato l’opera rock (estate 2019). Il libro invece è uscito a marzo 2020.
Penso che l’esperienza musica e libro sia la più totalizzante perché i due linguaggi sono complementari. Stiamo rilasciando anche l’audiolibro su Audible con le voci degli interpreti e i temi delle canzoni. Questo è un affascinante anello di congiunzione.
Lo ritengo un privilegio aver potuto mettere in scena il mio libro: tutti i ragazzi (il Clan) che ci lavorano sono bravissimi ed appassionati. Quando sento le note di Ouverture e inizia lo show mi si apre il cuore e nei saluti finali mi scappa spesso una lacrima di commozione. Penso questo sia il vero significato di condividere un sogno.
In Oltre l’abisso, la protagonista Bethel, subisce un cambiamento, la sua è una sorta di rinascita. C’è un messaggio che vuole comunicare ai lettori attraverso questa storia?
C’è un’epigrafe nel romanzo, ovvero ‘Vivere senza passione e come morire, ma più lentamente’. Questa frase è stata una vera folgorazione, ma penso che riassuma in pieno il testamento spirituale di Bethel.
Come passione non si intende solo un amore trascinante, ma tutto ciò che è capace di accenderci.
Bethel non è un maestro, anzi, la sua vita è parecchio opinabile. Lei è una persona come tutti, che ha l’onore (o l’onere) di intuire qual è il suo destino, scoprendo che non ha molti punti in comune con ciò che erano i suoi progetti. Dal momento in cui si apre all’Abisso, però, non può più tornare indietro: il suo cuore e la sua mente vanno in direzioni opposte. Per questo dovrà fare un lungo percorso che sarà denso di stimoli anche per i lettori.
C’è una figura di maestro nel romanzo, ed è Vessagh il druido. Lui è l’unico che forse alla fine raggiunge la conoscenza. Interessante notare però che la società lo reputa un illuminato quando ancora è sopraffatto dall’ego, mentre viene ritenuto un vecchio folle quando raggiunge la pace interiore.
Che progetti ha per il futuro? Continuerà a scrivere?
Ho appena terminato un romanzo breve (I Dissidenti) ambientato in una società distopica: è uno scritto legato al Covid e alla mia esperienza musicale. Lo pubblicherò probabilmente in autunno perché voglio inviarlo ad un concorso. Ho aperto un progetto di scrittura collaborativa (con autrici che stimo moltissimo). Certamente continuerò a scrivere, penso mi lascerò un po’ di tempo prima di intraprendere un nuovo progetto ampio.
I miei scritti sono sempre pervasi da argomenti filosofici e se non sento di avere qualcosa di importante da dire preferisco non far perdere tempo ai lettori (e a me).
Sono sempre stata una vorace lettrice e amo sempre di più calarmi nella saggistica filosofica, esoterica, spirituale, musicale e scientifica: sto raccogliendo tanti spunti meravigliosi da libri immortali e spero saprò trasfigurarli in futuro dentro qualcosa di mio.