A fronte della grande attenzione e risposta di pubblico ottenute dalla mostra Oltre il ghetto. Dentro&Fuori, il MEIS – Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara ha deciso di prorogarla fino a domenica 3 luglio.
L’esposizione, ulteriore passo con cui il Museo sta ricostruendo la Storia della presenza ebraica in Italia sin dalla sua apertura, racconta il periodo che va dall’epoca dei ghetti (1516) alla Prima guerra mondiale ed è curata da Andreina Contessa, Simonetta Della Seta, Carlotta Ferrara degli Ubertie Sharon Reichel.
Tra le oltre 80 opere e oggetti presenti in mostra spiccano quadri provenienti da prestiti prestigiosi, come Ester al cospetto di Assuero di Sebastiano Ricci (1733) del Quirinale; Interno di sinagoga di Alessandro Magnasco (1703) dalla Galleria degli Uffizi e Il rapimento di Edgardo Mortara di Moritz Daniel Oppenheim (1862) della Jay and Jeanie Schottenstein Family Collection of Judaica. L’arte dialoga con testimonianze come la chiave di uno dei portoni del ghetto di Ferrara (XVIII secolo), il Manifesto di Sara Copio Sullam (1621) della Biblioteca del Museo Correr e la porta dell’Aron Ha-Qodesh, l’Armadio sacro (fine del XVIII-inizio del XIX secolo) che venne donato nel 1884 dalla Università Israelitica locale al Museo Civico di Torino.
Un viaggio dentro e fuori dal ghetto che, attraverso macro e microstoria, si interroga su temi ora più che mai attuali come l’integrazione e l’esclusione dalla società; l’identità di gruppo e quella individuale; la capacità di trovare un “fuori” nel quale evadere nonostante i limiti imposti dal potere e un “dentro” nel quale tornare nei momenti di smarrimento.
Oltre il ghetto. Dentro&Fuori ha ricevuto la Medaglia del Presidente della Repubblica ed è realizzata con il sostegno di Intesa Sanpaolo, The David Berg Foundation, Fondazione Guglielmo De Lévy, TPER e il patrocinio del Ministero della cultura, della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Ferrara, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità Ebraica di Ferrara. Si ringraziano la Fondazione CDEC e il compianto Ambasciatore Giulio Prigioni.