È il grasso vegetale che si ottiene dal frutto della palma da olio, più utilizzato al mondo. Vari sono i motivi che l’hanno fatto diventare l’ingrediente più desiderato dall’industria alimentare a quella cosmetica. Permette infatti oltre che ad abbattere il costo del prodotto finito, di facilitare il processo produttivo di qualsiasi prodotto come merendine, biscotti , torte ecc. Vince sugli altri olii vegetali per la sua capacità di conferire cremosità e croccantezza, pur rimanendo insapore, e aumentare la stabilità del prodotto. In pratica sostituisce il burro solo che non irrancidisce.
Da oltre 30 anni l’abuso di questo ingrediente per i suoi molteplici vantaggi ha così incrementato la richiesta da parte delle maggiori industrie alimentari che ha portato alla deforestazione ed estinzione di molte specie in paesi come Indonesia, Malesia, i quali producono il 90% dell’intera produzione mondiale di olio di palma. Per produrre questo olio sono state distrutte moltissime foreste pluviali della zona: secondo alcuni calcoli, in 30 anni l’Indonesia ha tagliato e bruciato foreste per un territorio pari all’Italia, la Svizzera e l’Austria messe insieme.
Ogni ora, infatti, vengono distrutte aree di foreste pari a 300 campi da calcio. Il tutto viene fatto dai commercianti del legno che lasciano questo terreno libero per la coltivazione delle palme. Ogni operaio indonesiano riceve 8 centesimi di euro per ogni palma interrata e lo stipendio medio giornaliero è di 5 euro. Tutto questo ha messo a rischio estinzione ben 80 specie di animali, tra cui gli oranghi che vivono nel Borneo indonesiano. Dati che sono stato trasmessi poco tempo fa in una famosa trasmissione televisiva.
Vi chiederete, ma perché si parla solo ora di questo olio?
Perché dal gennaio 2015 è stato imposto l’obbligo attraverso il Reg. Reg.Ue 1169/2011 al produttore di indicare nelle etichette l’origine vegetale specifica dell’olio utilizzato (curioso il fatto che quando prima era solo “grasso od olio vegetale” nessuno ne parlava).
Fa male?
È ricco in grassi saturi, pertanto il troppo consumo può causare problemi a livello cardiovascolare e colesterolemia in quanto principalmente costituito dall’acido palmitico. Attualmente ci sono alcuni studi che stanno cercando di confermare o smentire quanto finora dichiarato.
Abbiamo così conosciuto l’olio di palma, il perchè si usa, cosa provoca, e la direzione verso cui che le industrie alimentare vorrebbero andare. Come sempre quindi ora, il potere è nelle mani dei consumatori che, volutamente, sono tenuti all’oscuro di questi affari e che ora possono prendere consapevolezza per una scelta più giusta e razionale.