Il governo giapponese non ha dubbi: le olimpiadi di Tokyo non sono a rischio annullamento a causa del Covid. La pandemia aveva già rimandato di un anno i giochi e neanche la scoperta della variante giapponese sembra aver messo quanto meno in discussione i giochi olimpici.
Olimpiadi di Tokyo a rischio annullamento per Covid? La scoperta della variante giapponese
Quello che attualmente preoccupa di più il paese del Sol Levante è la scoperta di una sua variante del Covid. Chiamata ‘Eek’, è responsabile del 70% dei nuovi ricoveri segnalati negli ospedali di Tokyo ed è associata a una maggiore capacità di diffusione e a una sospetta resistenza ai vaccini.
Non solo Tokyo. La capitale nipponica non è l’unica città che vive momenti difficili visto che ancora più preoccupante è la situazione epidemica nel distretto di Osaka. La città del Kansai, sabato scorso, ha registrato un record di 666 contagi che ha costretto le autorità locali a imporre blocchi mirati e cancellare la cerimonia della fiamma olimpica.
L’impennata degli ultimi giorni arriva alcune settimane dopo la revoca dello stato d’emergenza dichiarato lo scorso inverno durante la fase più virulenta della pandemia. Il primo ministro, Yoshihide Suga, non esclude l’adozione di nuovi lockdown nella capitale ma continua ad assicurare che i Giochi, inizialmente previsti nel 2020, si svolgeranno come stabilito.
La quarta ondata
Proprio quando il Giappone sta affrontando la terza ondata, in realtà, si pensa già alla quarta I consulenti medici del governo giapponese, come il professor Koji Wada dell’Università Internazionale di Tokyo, manifestano apprensione.
“La quarta ondata sarà più vasta”, ha dichiarato Wada alla testata indiana ‘Business Times’, “dobbiamo iniziare a discutere come applicare queste misure mirate all’area di Tokyo”.
Quel che è certo è che, anche in assenza di un’impennata dei contagi, l’organizzazione dei Giochi richiederà enorme cautela.
Oltre 60 mila persone da 300 Paesi
Sebbene siano state chiuse le porte agli spettatori stranieri, saranno oltre 60 mila gli atleti, allenatori, giornalisti e membri delle delegazioni che tra 109 giorni giungeranno a Tokyo da oltre 200 Paesi, ognuno con un diverso andamento del contagio, un diverso progresso nella campagna vaccinale e una diversa esposizione alle varianti. Come si coporterà il Comitato Olimpico Internazionale in merito a questa situazione?
“Considerando il numero di persone che arriveranno e la prevalenza della malattia intorno al mondo, le Olimpiadi potrebbero davvero diventare un ‘evento super diffusore’ che causerebbe un discreto numero di infezioni, che poi si trasmetterebbero a livello internazionale con il ritorno degli stranieri in patria“, ha osservato Spencer Fox, ricercatore dell’università di Austin specializzato in modelli epidemici, in una conversazione con il ‘Japan Times‘.