Le Olimpiadi sono l’evento sportivo più grande e prestigioso al mondo e quest’anno si disputeranno a Parigi. La capitale francese è ormai pronta ad accogliere i migliaia e migliaia di atleti che prenderanno d’assalto il Villaggio Olimpico in attesa di entrare in azione. L’obiettivo, manco a dirlo, è quello di provare a vincere almeno una medaglia, cercando anche di ribaltare i pronostici degli esperti, come quelli di Betway Sports.
C’è chi è a caccia della prima e chi, invece, cerca la riconferma, compresi diversi azzurri come Marcell Jacobs, campione nella 100 metri piani e nella staffetta 4×100 insieme a Tortu, Desalu e Patta, o anche a Gianmarco Tamberi, medaglia d’oro nel salto in alto insieme all’amico qatariota Mutaz Barshim. Per non parlare poi dei vari Vito Dell’Aquila, Antonella Palmisano e Massimo Stano, tutti ori a Tokyo 2020, che proveranno a ripetersi anche stavolta.
Questi sono ovviamente soltanto alcuni dei tanti atleti che prenderanno parte alla XXXIII edizione dei Giochi Olimpici. Oltre alle imprese sportive, però, ci sono anche alcuni aspetti interessanti e curiosità che, forse, non tutti conoscono.
Il significato dei simboli olimpici
I simboli olimpici, come i cinque anelli interconnessi e la fiamma olimpica, sono diventati icone globali riconosciute in tutto il mondo. Ma qual è il loro significato?
I cinque anelli olimpici rappresentano i cinque continenti del mondo – Europa, Asia, Africa, America e Oceania – che, in occasione delle Olimpiadi, sono interconnessi tra loro attraverso lo sport. Nella visione dell’ideatore della bandiera, il barone francese Pierre de Coubertin, lo spirito fondante della manifestazione era la fratellanza tra i popoli, uniti in un unico luogo per un determinato periodo di tempo nel nome dello sport e dei suoi valori.
La fiamma olimpica, invece, ha origini nell’antica Grecia, dove veniva accesa durante le antiche Olimpiadi per commemorare il mitico fuoco prometeico. Questo simbolo di purificazione e rinascita è stato riportato in vita nel 1928, quando la fiamma olimpica fu introdotta come parte dei moderni Giochi Olimpici. Da allora, la fiamma olimpica viene accesa durante una cerimonia a Olimpia, Grecia, e viene trasportata attraverso una staffetta fino alla città ospitante, dove brucia per tutta la durata dei Giochi in un ampio braciere apposito.
Il Villaggio Olimpico
Quando pensiamo alle Olimpiadi, spesso ci concentriamo sugli eventi sportivi e sugli atleti, ma c’è un mondo intero che si sviluppa dietro le quinte: il Villaggio Olimpico. Si tratta di una vera e propria comunità autonoma, con infrastrutture, servizi e una vita sociale unica. Durante le Olimpiadi, il Villaggio Olimpico diventa la casa temporanea per migliaia di atleti provenienti da tutto il mondo e qui possono stare insieme e conoscersi. Insomma, un luogo dove le barriere linguistiche svaniscono e l’unica lingua universale è la passione per lo sport.
La città ospitante
L’assegnazione delle Olimpiadi a una città ospitante è un momento di grande gioia e orgoglio nazionale, ma c’è molto di più dietro questa decisione. In primis, il Paese che decide di candidarsi, deve avere un Comitato Olimpico Nazionale (CNO), riconosciuto dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO). Il CNO ha il compito di promuovere e sviluppare lo sport nel Paese, mentre il CIO, tra le sue varie funzioni, funge da supporto per le istituzioni locali interessate ad ospitare i giochi. Ciascun Paese deve infatti elaborare un progetto serio e concreto affinché possa essere preso in considerazione dal Comitato Internazionale. Le città olimpiche sono spesso selezionate in base a una serie di criteri, tra cui infrastrutture esistenti, capacità di accogliere grandi numeri di persone e l’impatto economico e sociale a lungo termine.
Al momento della votazione, ciascun Comitato Nazionale avrà quindi il compito di votare per il Paese che ritiene più consono ad ospitare le Olimpiadi, con le elezioni che procedono fino a che una delle città candidate non ottiene la maggioranza.
Gli sport “scomparsi”
Gli sport che prendono parte alle Olimpiadi sono cambiati nel corso degli anni. Infatti, diverse discipline una volta parte integrante dei Giochi sono scomparse, mentre altre sono state aggiunte per riflettere l’evoluzione degli interessi e delle tendenze globali.
Tra le discipline che oggi non ci sono più figurano il cricket e il polo, presenti nelle prime edizioni dei Giochi moderni per poi essere successivamente abbandonati. Interessante è poi il caso della danza che, dopo esser stata a lungo fuori dalle Olimpiadi, tornerà proprio quest’anno con la break dance.
Quasi ad ogni edizione dei Giochi c’è sempre una novità e di recente sono stati aggiunti al programma nuovi sport, come, il surf, lo skateboard e l’arrampicata sportiva che hanno fatto il loro debutto olimpico alle a Tokyo 2020.
I record olimpici
L’ultimo paragrafo dedicato alle curiosità riguarda i record olimpici, ma quali sono quelli più impressionanti e duraturi nella storia?
Uno dei record più iconici è senza dubbio quello di Usain Bolt nei 100 metri piani. Il jamaicano ha fermato il cronometro a 9,63 secondi a Londra 2012, stabilendo un primato che tuttora nessuno è riuscito mai a superare. Un tempo, questo, che però non bastò allo stesso Bolt per battere il record mondiale, da lui stesso firmato ai Mondiali di Berlino del 2009, di 9,58 secondi. Tra gli altri record troviamo poi il 19”30 sempre di Bolt nei 200 metri registrato a Pechino 2008 e poi battuto dallo stesso velocista a Berlino 2009. Entrambi i primati non sono stati ancora mai battuti.
Per quanto riguarda invece il numero di medaglie vinte alle Olimpiadi, il record spetta a Michael Phelps, uno degli atleti più forti di tutti i tempi in virtù delle sue 28 medaglie raggiunto definitivamente a Rio de Janeiro 2016. Il primato precedente era di 18 medaglie stabilito dalla ginnasta sovietica Larisa Latynina.
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