Ecco la linea del “meno peggio” ; la bacchetta magica del presidente della Provincia di Napoli inventa la “monnezza comprensoriale”. In pratica ognuno dovrà tenersi la propria monnezza con discariche a cui afferiranno solo rifiuti di zone stabilite e guai se ne arrivano da altre parti: si accetta solo monnezza doc!
Non una grande e difficile da allocare, ma tre discariche comprensoriali. Questa la strategia necessaria per risolvere la crisi rifiuti di Napoli e della sua provincia per il presidente dell’Ente di Piazza Matteotti Luigi Cesaro che ricorda come avesse già avanzato una simile ipotesi all’indomani della decisione di lasciare la discarica di cava Sari, a Terzigno, in esclusiva ai 18 comuni vesuviani della cosiddetta ‘zona rossa’. Il presidente della Provincia di Napoli si rifà a quanto emerso nel corso della riunione di martedì scorso a Roma: “L’esigenza di attrezzarci per lo smaltimento di un milione di tonnellate di rifiuti” che, però, non vuol dire “trovare un’unica discarica di tale capienza” che sarebbe “la via piu’ semplice ma non la piu’ giusta”. Di qui l’idea di “optare per tre soluzioni che rispondano ad una filosofia comprensoriale sullo stile di quanto adottato per la zona vesuviana”. Nel dettaglio Cesaro spiega che si tratterebbe di individuare “tre discariche da tre-quattrocentomila tonnellate di rifiuti al servizio di aree predefinite, che risultano essere meno invasive e maggiormente tollerabili dalle popolazioni interessate”. “D’altronde – aggiunge il presidente – è anche quanto ci consigliano i tecnici, dopo un’attenta indagine portata sul territorio. Intendo seguire questa linea, che credo essere anche quella più sensata per un territorio altamente urbanizzato come il nostro”. Su questa linea, dunque, si muove Cesaro che sottolinea la difficoltà di intavolare un ragionamento con i sindaci che, al sentir parlare di discarica “scattano naturalmente sulla difensiva”. “Bisogna ragionare, parlare, confrontarci – insiste il presidente della Provinci di Napoli – in modo da giungere necessariamente a delle decisioni condivise anche per evitare poi determinazioni calate dall’alto che finirebbero inevitabilmente per scontentare tutti. Credo che nessun amministratore possa ostacolare o ribellarsi all’individuazione di discariche comprensoriali che servano i comuni limitrofi”. Cesaro fa poi riferimento alla situazione dell’Abruzzo per insistere sulla necessità di farla finita con la ‘politica del NO’. “Mi piace ricordare a tal proposito quello che c’è in una regione vicina quale l’Abruzzo: oltre una decina di discariche per un milione e trecentomila abitanti, un’utenza che è la metà di quella della nostra provincia. Bisogna capire che è decisamente finita la politica del ‘NO'”. Un invito che è anche un monito e, al tempo stesso, l’assicuraizone del proprio impegno: “Non ho alcuna intenzione di temporeggiare – assicura il presidente della Provincia di Napoli – qualora dovessi capire che alcuni atteggiamenti sono solo strumentali. Ribadisco una volta per tutte: individuiamo più discariche comprensoriali, che eventualmente possano prendere in quota parte anche quanto prodotto dalla città di Napoli. Pianura e Chiaiano hanno raccolto per anni i rifiuti della provincia, ed oggi non mi sembra assolutamente uno scandalo che si possa attuare un processo inverso, parcellizzando i rifiuti in più impianti. Su questi punti e sulla strategia che intendo adottare – conclude – ho il pieno appoggio del Presidente della Regione Stefano Caldoro, col quale sto lavorando in piena sinergia”.