L’acceso dibattito che da anni si anima intorno al tema degli OGM è spesso inquinato da semplificazioni e luoghi comuni. ProVersi (www.proversi.it), piattaforma di dibattito e di approfondimento delle tematiche più di rilievo, ha appena pubblicato la video-sfida sugli OGM, dove a confrontarsi sono la prof.ssa Chiara Tonelli – favorevole agli OGM – docente di Genetica presso l’Università degli Studi di Milano, e la dott.ssa Cinzia Coduti – contraria agli OGM – consulente legale di Coldiretti.
Le due esperte, richiamandosi a studi e ricerche in corso da circa un ventennio, chiariscono con precisione i pro e contro sull’argomento. Gli OGM, concepiti per rispondere alla crescente domanda globale di cibo, dividono le opinioni della prof.ssa Tonelli e della dott.ssa Coduti riguardo il loro impiego in campo alimentare: la prima sostiene che, nella necessità di “produrre di più utilizzando meno”, queste tecniche permettono di produrre piante più resistenti agli stress ambientali, “in grado di affrontare […] i cambiamenti climatici che stiamo vedendo; piante che possono essere arricchite in quei composti che sono fondamentali per avere un’alimentazione corretta e bilanciata, quindi, arricchite di vitamine, di nutrienti ecc.” La dott.ssa Coduti, invece, afferma che “in realtà si è visto che l’impiego degli OGM è stato finalizzato soprattutto a produzioni agro-industriali […] destinate soprattutto al settore degli idrocarburanti, della mangimistica e del tessile”.
Riguardo al rischio che gli OGM alterino gli equilibri ambientali e ledano la biodiversità, la prof.ssa Tonelli afferma che l’agricoltura OGM, producendo piante più resistenti agli insetti, “diminuiscono l’utilizzo di antiparassitari. Quindi, sono delle piante che possono aiutare ad avere un’agricoltura più verde, diminuendo l’input chimico. […] si stanno sviluppando piante in grado di crescere e produrre utilizzando meno acqua; piante che possono crescere e produrre utilizzando meno fertilizzanti. Quindi, tutto ciò va verso un ambiente più verde”. Non dello stesso parere la consulente legale di Coldiretti, Cinzia Coduti, che pur riconosce che “l’impiego maggiore è stato soprattutto diretto a rendere le piante più resistenti a determinati insetti e parassiti ed infestanti”, tuttavia, si è visto che nel tempo “questa resistenza si è poi estesa a insetti e parassiti che sono diventati ancora più resistenti alla stessa tossina Bt contenuta all’interno della pianta, vanificando sostanzialmente gli effetti voluti”.
In riferimento all’impatto economico degli OGM, se per la prof.ssa Tonelli, la riduzione dell’utilizzo di pesticidi aumenta il margine di guadagno per il contadino, inoltre, “se guardiamo il mais, la resa produttiva di un ettaro con il mais ibrido […] è di circa 80 quintali per ettaro, se si utilizza l’OGM è 110, i contadini hanno una maggiore entrata dovuta a una produzione più sicura e a una diminuzione dell’utilizzo di sostanze chimiche”, per la dott.ssa Coduti, quella degli OGM è “un’agricoltura destinata sostanzialmente alla monocoltura, che punta e investe su produzioni omologate”, che certamente “non può avere impatti positivi sull’economia”. Inoltre, ricorda la Coduti, per impiegare gli OGM bisogna “versare delle royalties all’impresa che ha brevettato quelle che vengono considerate come delle invenzioni”. Uno dei principali punti controversi sul tema sono le possibili conseguenze che gli OGM potrebbero avere sulla salute. Chiara Tonelli afferma che “è stato dimostrato che non c’è pericolo per la salute umana”, poiché “una piante OGM per poter raggiungere il mercato […] deve passare attraverso una serie di analisi, quindi, se ci fosse qualcosa di negativo o di tossico o di pericoloso, salterebbe fuori”.
Inoltre, afferma ancora la docente di Genetica, “sono coltivate e mangiate da quasi vent’anni” e non è mai successo che siano stati riscontrati problemi per la salute. La consulente di Coldiretti, invece, riconosce che questo punto “meriterebbe forse un maggiore approfondimento da parte di esperti”, e aggiunge, “manca una visione d’insieme che forse ci spinge un po’ di più a riflettere sulla necessità di ulteriori indagini e ricerche”.
E, in riferimento alla sicurezza degli organismi geneticamente modificati, afferma ancora Cinzia Coduti: “il fatto che gli OGM siano frutto dell’ingegneria genetica, che consente di tagliare con forbici più o meno precise, sequenze di DNA da trasferire in un organismo diverso non rende certo gli OGM più controllati e più sicuri. E, d’altra parte, non si può dire che un’operazione perfettamente riuscita in laboratorio, poi non produca degli effetti sull’ambiente circostante, cioè nell’ambiente in cui l’OGM è destinato ad operare”.
Di parere decisamente diverso la prof. Tonelli, che afferma “quello che dovrebbe essere considerato è che se io faccio una modifica ma il prodotto finale è esattamente lo stesso […] non dovrebbe neanche essere targato come prodotto OGM, perché in effetti, il prodotto finale è esattamente lo stesso”.