Conclusa a Napoli la dodicesima edizione del festival “O’curt”
Si è da poco conclusa la dodicesima edizione di “O’curt”, annuale festival napoletano di cortometraggi, quest’anno ospitato dagli istituti Grenoble e Cervantes e dal PAN. Quattro giorni di proiezioni per decine di cortometraggi in lizza per sei diversi premi, il più importante se l’è aggiudicato “El mueble de las fotos” di Giovanni Maccelli, spontaneo, nostalgico ed incisivo, premiato dalla giuria perché “in grado con pochi segni di evocare la complessità di relazioni familiari davanti ad un tema attuale e dibattuto trattato dall’autore con semplicità , leggerezza ed ironia.”Nella sezione napoletana il riconoscimento è invece andato a Stefano Gargiulo per “Napoli…contemporanea”, un tocco romantico su una città che nasconde profonde contraddizioni, raccontato dalla periferia industriale mette a fuoco un obiettivo disincantato che esalta e lascia vivere, in pochi fotogrammi, gli spazi monumentali di Napoli accompagnati dalla musica di Edoardo Bennato. Uno sguardo al tema della differenza esce da “Frontiers” di Hermes Mangialardo e da “Come un vulcano” di Federica La Rosa, nominati miglior cortometraggio nelle sezioni migrazioni ed educational, due racconti sulla distanza e sull’emarginazione, tra un muro che divide i popoli e la difficile vita di ragazzi disabili, affrontati con idee ed ottimismo verso un messaggio finale: “la vita vince sempre”. Nella sezione lavoro ha vinto “Testimoni improvvisati” di Sebastiano Bianco, mentre la miglior sceneggiatura è andata a “Toi que j’eusse aimée” di Emmanuel Broussouloux e una menzione speciale ad “Arrêt demandé” di Thomas Terrier, nomi sinonimo di una sempre maggiore internazionalizzazione dell’evento con corti provenienti da tutta Europa. Quest’anno una vetrina speciale è stata incentrata sulla Spagna, che ha avuto un’intera giornata dedicata tra le mura del Cervantes, quasi un concorso a se visto il numero di corti in programma, che ha premiato il grottesco “Martina y la luna” di Javier Loarte, un ritmo allegro per temi non facili che lasciano non pochi quesiti al termine della proiezione. I cortometraggi sono tutti disponibili su internet, strumento rivelatosi di fondamentale aiuto per la produzione e diffusione di corti e festival, da potenziale minaccia ad aiuto concreto ha avuto una considerevole apertura nella retrospettiva sul gruppo napoletano The Jackal, da anni attivo e sponsorizzatosi attraverso la rete. Se Coppola anni fa indovinò l’evoluzione del cinema verso produzioni sempre più personali e indipendenti grazie a strumenti sempre più accessibili, le possibilità che si aprono adesso rendono una facile visibilità ad artisti emergenti ed una rapida espansione di una rete cinematografica indipendente sempre più presente.
Fabio Felsani