Il caso della signora Mary che da anni combatte per ottenere una sedia bariatrica adeguata alla sua persona. Intervengano i vertici dell’ASL a rimuovere le barriere burocratiche.
Ci sono voluti quattro anni “di lotta” così dice la signora Mary B. di Lecce per ottenere il riconoscimento di un diritto: una sedia a rotelle bariatrica.
Quando però circa un anno e mezzo or sono sembrava essersi risolta l’epopea con l’assegnazione del presidio tra richieste smarrite da parte dei vari medici, aspettative disattese e continui rimandi la tanto sospirata sedia, come già accaduto per il letto elettrico, anche questa le viene attribuita sbagliata, o meglio non adatta alla sua persona.
Le ragioni di quest’errore sono tanto banali da far quasi rabbia: nessuno si era degnato di prenderle le misure prima di assegnarla. E’ seguito, quindi, un anno e mezzo di lotte per farla sostituire, che a tutt’oggi sono rimaste tutte senza esito, poiché sono cominciati i continui e soliti rimandi. Nonostante ciò, la signora è stata costretta anche per l’aggravarsi delle proprie già precarie condizioni di salute, dopo circa un anno dalla consegna, ad utilizzare quella “sbagliata” adattandola alla bene e meglio alla propria corporatura attraverso l’asportazione di un bracciolo per consentirle i minimi spostamenti.
A rendere ancor più drammatica la situazione è stata la successiva rottura del freno sinistro che la costringe a mettersi con la sedia di spalle, per potersi alzare e sedere, con tutti i pericoli connessi per la propria salute. Ciò che rende assurda questa vicenda umana, che poi è quella che vivono quotidianamente tanti obesi nel Nostro Paese, è che tutti questi fatti sono stati costantemente rappresentati agli “addetti ai lavori” che sino ad oggi non hanno fatto nulla per risolvere questa drammatica situazione.