Confermato il sistema di fasce di rischio (al momento la Sicilia è l’unica regione di colore giallo), che scongiura ogni forma di lockdown, la ripartenza di settembre (la seconda in epoca di pandemia) ci mette di fronte a nuove sfide che necessitano di decisioni più forti. Sentiamo parlare già da settimane di terza dose di vaccino, obbligo vaccinale e di un’ulteriore estensione del green pass. Vediamo nel dettaglio quali decisioni sui vaccini ci attendono dal governo Draghi.
Obbligo vaccinale e green pass: i due nodi principali
Iniziamo dal principio. Il target dell’80% della popolazione over 12 vaccinata è ormai prossimo al raggiungimento ma sembra non bastare. La variante Delta, che si attesta come la variante principalmente in circolazione, ha un tasso di contagiosità e pericolosità più elevato rispetto al ceppo originario, rischia di intasare nuovamente le terapie intensive e questo particolare ha reso necessario alzare la cosiddetta asticella. Per gli anziani e il personale medico, che sono le prime categorie a essere state vaccinate a partire da dicembre 2020, è in arrivo l’inoculazione di una terza dose di vaccino mentre coloro che non hanno ancora provveduto a vaccinarsi potrebbero trovarsi obbligati a farlo.
Facoltatività e obbligo
La strada verso l’obbligo vaccinale sembra spianata, è davvero così? All’inizio la campagna vaccinale ha previsto la facoltatività certa che l’avvento del siero sarebbe stato salutato con entusiasmo. Così non è stato e oggi contiamo una vasta sacca di popolazione, soprattutto tra gli over 60, che ancora non è vaccinata. Una sacca composta da no vax convinti e da indecisi, coloro che, cioè, non ritengono di avere sufficienti informazioni sulla sicurezza del vaccino e pertanto hanno deciso di aspettare. Una frangia di popolazione, quest’ultima, che il governo ha voluto “attaccare” rendendo obbligatorio il green pass per tante attività, soprattutto di svago, in concomitanza con l’estate e le vacanze e per diversi settori, come per esempio la scuola, che a breve riapriranno. L’operazione ha avuto i suoi risultati con un aumento consistente delle vaccinazioni ma, come dicevamo, non basta. Ora il target da raggiungere, per arrivare all’immunità di gregge, è del 90% e se per raggiungerlo sarà necessario rendere obbligatorio il vaccino il governo si dice pronto a farlo.
Scelte politiche
La realtà dei fatti, tuttavia, dice altro. Quella dell’obbligo vaccinale è una scelta politica che finora i governi che si sono succeduti non hanno voluto assumersi e sull’intera campagna grava il peso di molti errori e continui cambiamenti che ne hanno reso l’andamento piuttosto schizofrenico. Ora che all’interno del governo trovano spazio anche forze politiche che hanno votato (per dirne una) per l’abolizione del green pass e che non disdegnano di ammiccare a quanti inneggiano alla dittatura sanitaria, quanto sarà facile proseguire nella direzione dell’obbligatorietà del vaccino anti Covid-19? Intanto si prosegue a rafforzare la politica del green pass che, dopo essere diventato obbligatorio sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza, potrebbe diventarlo anche per i dipendenti della pubblica amministrazione e di tutti quei settori che prevedono l’accesso di persone solo se in possesso della certificazione. Certificazione la cui validità è stata allungata da nove mesi a un anno.
In copertina foto di Orna Wachman da Pixabay