L’ora della campanella è arrivata: questa settimana, iniziata appena ieri, la maggior parte degli studenti italiani torna tra i banchi di scuola: all’appello mancano solo gli studenti di Puglia e Calabria che faranno ritorno a scuola lunedì 20 settembre mentre in Alto Adige le lezioni sono iniziate il lunedì 6. Dopo mesi di trattative, proposte e immancabili polemiche arrivano le misure anticovid per le scuole italiane, le regole su green pass e obbligo di mascherine a scuola: vediamole insieme.
Obbligo mascherine a scuola: cosa ci aspetta
Pur avendo raggiunto la campagna vaccinale numeri soddisfacenti, le regole anticovid che ben conosciamo sono sempre valide. Pertanto nelle scuole continueranno a vigere il distanziamento, l’uso delle mascherine e la sanificazione delle mani. Chiunque entra in un edificio scolastico perché studente, facente parte del personale, interno o esterno, o accompagnatore, deve indossare la
mascherina. I banchi nelle aule continueranno a essere distanziati e sarà sempre bene sanificare di tanto in tanto le mani. Tuttavia, il decreto del 6 agosto prevede che in un’aula scolastica, se tutti i ragazzi sono vaccinati, si può abbandonare la mascherina nei momenti nei quali si è seduti al banco per seguire le lezioni. Bisogna comunque indossarla se ci si deve alzare o uscire dall’aula.
Green pass: chi deve esibirlo
Altra regola che non ha mancato di suscitare polemiche riguarda il green pass. Secondo le ultime disposizioni, sono tenuti a esibire la certificazione verde:
- insegnanti;
- personale ATA;
- genitori e accompagnatori;
- personale esterno (addetti alle pulizie, mense).
Sull’obbligatorietà per genitori e accompagnatori si erano levate forti polemiche da parte delle scuole che si vedevano in difficoltà sui controlli. Se, infatti, per il controllo dei green pass sul personale interno è stata creata dal ministero della Pubblica Istruzione una piattaforma a uso dei dirigenti che semplifica e velocizza le procedure e per i lavoratori esterni i presidi possono delegare la funzione di controllo ai singoli datori di lavoro, per genitori e accompagnatori l’incarico resta alle scuole.
Buon anno, anno buono
Quello appena iniziato è il terzo anno scolastico impattato dalla pandemia. Il primo ha visto l’emergenza abbattersi in maniera improvvisa e il ricorso alla didattica a distanza, al netto delle difficoltà e delle mancanze, è stato l’unico modo per assicurare agli studenti un minimo di continuità. Docenti e studenti si sono avvicinati a un nuovo modo di insegnare e di apprendere che molti ritengono sia il futuro. Il secondo anno era partito con tutte le più buone intenzioni ma non aveva fatto i conti con la seconda ondata di contagi che l’ha costretta a lunghe chiusure. Quest’anno come procederà? L’avvento del vaccino, se da
un lato ha aperto la possibilità di viverlo in presenza, dall’altro ha prodotto altri problemi. Come (e soprattutto con quali tempi) si procederà per sostituire quei docenti no vax che lasceranno inevitabilmente le loro cattedre scoperte? Lo scorso anno la didattica in presenza al 50% ha supportato il distanziamento nelle aule, quest’anno torniamo ai vecchi sistemi? I problemi della scuola pubblica italiana sono tanti e non si può pretendere di risolverli in un anno e nemmeno in due ma quello che conta è: questa pandemia è stata davvero l’occasione per ripensare a un nuovo concetto di scuola?
In copertina foto di Alexandra_Koch da Pixabay