Il presidente, nel suo discorso alla nazione dallo studio ovale, non manca di rimarcare lo sforzo americano profuso in terra irchena in un conflitto in cui, dopo sette anni,”nessuno ha vinto”
Dopo sette anni di guerra, Barack Obama ha ufficialmente annunciato la fine della missione di combattimento Usa in Iraq. “L’operazione ‘Iraqi Freedom’ è terminata. “Con questo importante capitolo nella storia degli Usa e dell’Iraq, noi abbiamo rispettato il nostro impegno. Ora è venuto il momento di voltare pagina” e di concetrare ogni sforzo per uscire dalla crisi economica. Nell’ultimo decennio, “abbiamo speso oltre 1.000 miliardi di dollari in guerra, spesso finanzianti con prestiti esteri e ora, con la fine della guerra in Iraq, è arrivato il momento di affrontare le sfide domestiche con la stessa energia, determinazione e senso comune dimostrati dai nostri uomini e delle nostre donne che hanno servito fuori dai nostri confini”, ha detto l’inquilino della Bianca, alle prese con un calo di gradimento nei sondaggi per la disoccupazione record che attanaglia l’economia Usa. “Lo scorso febbraio avevo annunciato un piano per portare le nostre truppe di combattimento via dall’Iraq, raddoppiando allo stesso tempo il nostro impegno per rafforzare le Forze di sicurezza irachene. E’ esattamente quello che abbiamo fatto”, ha spiegato Obama, indicando che in Iraq sono rimasti meno di 50.000 soldati americani, praticamente un terzo rispetto a quando il conflitto e’ cominciato. Il presidente americano ha dunque esortato Bagdad a formare “rapidamente un nuovo governo”, ora che l’Iraq “ha l’opportunità di abbracciare un nuovo destino, seppure pieno di sfide”. Il presidente ha poi confermato il ritiro delle truppe Usa anche dall’Afghanistan, a partire dal luglio del prossimo anno, “ad un ritmo che dipendera’ dalle condizioni sul terreno”. Ma senza dubbio “questa transizione comincera’ – ha assicurato – perche’ una guerra senza fine non e’ nel nostro interesse e neppure nell’interesse degli afghani”. Obama ha definito una “pietra miliare” il ritiro delle truppe dall’Iraq dove sono morti 4.400 americani e 70.000 iracheni. “Molto e’ cambiato da quella notte” del 20 marzo del 2003 quando la guerra e’ cominciata. “Una guerra per il disarmo – ha detto Obama – si e’ trasformata in una guerra contro i rivoltosi. Terrorismo e guerriglia hanno rischiato di far capitolare l’Iraq. Migliaia di americani hanno perso la vita e in centinaia di migliaia sono rimasti feriti. I nostri rapporti con l’estero sono diventati tesi la nostra unione, in casa, è stata messa alla prova”. Come anticipato nel suo intervento di Fort Bliss, in Texas, non c’è stata alcuna proclamazione di vittoria. “Viviamo in un’era priva di cerimonie di resa – ha affermato – dobbiano guadagnare la vittoria con il successo dei nostri partner e con la forza della nostra nazione”.
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