Entrano ufficialmente nell’universo del web con la fruibilità online del videoclip del brano O’ mele, per la regia di Chiara Borzacchiello, che ha curato anche la grafica dell’album Federica Ottobrino e Marilena Vitale, al secolo Fede’n’Marlen.
Il brano, che miscela le sonorità del world mediterranean folk, è contenuto in “Mandorle”, uscito a febbraio 2016, su etichetta Europhone Records/Veloce Entertainment, prodotto da Gennaro de Concilio con Cinzia Fonticelli, che hanno sostenuto anche la realizzazione del progetto del video, con la produzione artistica e gli arrangiamenti di Arcangelo Michele Caso.
Il messaggio lanciato dal testo di O’ mele come dal video, dove le immagini sono intrecciate alle parole all’insegna di una forte coerenza, è quello che richiama la capacità di intenerirsi ancora, dando spazio alle piccole cose “quelle fatte con grande amore” di cui parla Madre Teresa di Calcutta: il vento in faccia dal finestrino dell’auto, lo sguardo meravigliato e giocondo puntato sulla luna. Cose grandi e da grandi che accomunano però ai bambini, che nel loro entusiasmo, custodiscono il segreto della gioia di vivere.
Un messaggio trasfuso in suoni viscerali e sinceri, capaci di “entrare nella pelle del sogno”, quell’obiettivo di autodeterminazione “controcorrente” in cui le cantautrici hanno scelto con coraggio e caparbietà di credere, opponendosi alla superficialità ed alla banalità di una quotidianità liquido-moderna che troppo spesso toglie vigore all’empatia e delude.
LA STORIA
Un piccolo album fotografico, così definisce Federica Ottombrino questo brano, che contiene, come i granelli della stessa collana, storie diverse ma con un unico filo che le tiene unite: la rinascita.
Nel cuore pulsante di musica e parole si ritrovano temi etici e di denuncia sociale come quello del superamento del dolore e della solitudine attraverso lo slancio vitale che sa vedere nell’ostacolo non un muro insormontabile bensì un gradino su cui salire per avanzare verso i propri obiettivi esistenziali. Un testo scritto a quattro mani da Federica con Mauro Serino per “cucire insieme” come in un patchwork di vite ed emozioni, la storia di una donna sola che vive per strada, una ragazza che per un lutto ha smesso di cantare e poi ricomincia, una “aneme a cavante” (un’anima inutile) che chiede alla luna qualcuno con cui dimezzare la sua paura, e un barbone, precisamente ‘O barone, che a Napoli chiunque abbia frequentato, anche poco, il centro storico ha conosciuto.
A lui è affidato il leitmotiv del testo, racchiuso nel ritornello: “Se ‘o munno gira e và ‘a casa mia ‘cca addà passà (se il mondo gira, casa mia passerà da qui). Un antidoto per reagire a quell’angoscia che ci prende quando il mondo va troppo veloce rispetto ai ritmi individuale ed un’esortazione a riscoprire il gusto di assaporare le esperienze e la quotidianità con lentezza, riaffermando con coraggio il ritmo della propria vita… il proprio ritmo.
Ma anche il germoglio da coltivare per far “fiorire” una nuova consapevolezza ed aiutare a coltivare l’arte della pazienza, perché le gioie arrivano a chi sa aspettare, anche se non sempre nei tempi e nei modi che l’individuo si aspetterebbe, vorrebbe ed ha preventivato.
Una fiducia cieca nella vita, un esplosione di vitalità e libertà che sa e può emergere anche dal dolore più profondo.
A dare corpo, assieme a Federica ed a Marilena a queste ballate dolci e malinconiche, oltre a Mauro Serino, anche i ritmi di musicisti amati come Pasquale Benincasa alla batteria, Giuseppe Spinelli alla chitarra, Mirko Grande al basso e Enzo Grimaldi alla fisarmonica.
COS’E’ O’ MELE
A ribadirlo è Federica. “Il miele” è quel posto, quella persona, a volte solo quel pensiero che sa tranquillizzarti, che sa essere la chiave per aprire altre stanze nella casa della tua mente… le stanze più vere e profonde.
Il miele, metaforicamente è rappresentato da Sabrina, la bambina protagonista del video, che entra nella vita di una donna, frenetica e distaccata, per darle, attraverso gesti semplici, il ricordo di quanto si possa godere delle piccole cose. Ma attenzione, ribadisce Federica, se è vero che “nessuno si salva da solo” è altrettanto vero che, parafrasando italo Calvino, la felicità altrui non dipende da noi. Quindi, nonostante si vogliano curare le altrui ferite, “sintonizzandosi” empaticamente sul dolore dell’altro, una dote preziosa da coltivare, non è possibile delegare ad altri il proprio riscatto e la propria rinascita: ognuno deve trovare nella propria forza interiore e nella propria volontà la forza di rialzarsi.
Ecco il link a cui è possibile ascoltare le sonorità e gustare l’alchimia con le immagini protagoniste del video O’ Mele: https://www.youtube.com/watch?v=GdMhY2OMoAY.