Tra le figure più emblematiche del folklore napoletano spicca ‘o Mammone, una creatura che incarna il perfetto connubio tra paura e monito educativo. Questo personaggio, profondamente radicato nella cultura partenopea, è noto come il simbolo del “mostro” evocato per spaventare i bambini disobbedienti, un essere che, con la sua semplice menzione, riusciva a riportare l’ordine nelle case napoletane.
‘O Mammone: l’origine della leggenda
La figura di ‘o Mammone ha origini antiche e incerte. Si tratta di un’entità mitologica che nasce dalla tradizione orale e si tramanda di generazione in generazione. Etimologicamente, il nome potrebbe derivare dal latino mammon, che significa “ricchezza” o “avidità”, e che in alcune interpretazioni cristiane rappresenta un demone legato alla materialità. Tuttavia, nella tradizione napoletana, ‘o Mammone non è un demone di avidità, bensì una presenza oscura e minacciosa, evocata come strumento di disciplina.
Spesso descritto come una figura grande e imponente, con tratti indistinti e inquietanti, ‘o Mammone non ha un aspetto fisso, e ciò contribuisce ad alimentarne il mito. Questa vaghezza consente alla paura di prendere forme diverse a seconda dell’immaginazione del bambino che ne ascolta il nome.
Il ruolo educativo
‘O Mammone è l’esempio perfetto del cosiddetto bau-bau italiano. Veniva usato dai genitori per convincere i più piccoli a comportarsi bene, ad andare a dormire presto o a rispettare le regole. Frasi come “Non fare il cattivo, altrimenti viene ‘o Mammone” erano comuni nelle case napoletane, soprattutto in un tempo in cui l’educazione dei figli passava anche attraverso la suggestione e la paura. Questo personaggio rappresentava un’autorità invisibile, una minaccia capace di colmare il vuoto lasciato dall’assenza di un’imposizione diretta.
Un simbolo culturale
Con il passare del tempo, la figura di ‘o Mammone ha perso il suo ruolo funzionale nella disciplina infantile, trasformandosi in un simbolo folkloristico. Oggi, fa parte dell’immaginario collettivo di Napoli e della Campania, ricordato soprattutto nelle narrazioni di nonni e anziani che riportano in vita storie di un’epoca in cui il soprannaturale era parte integrante del quotidiano.
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