La giornata di oggi vede al Parlamento italiano la presentazione del nuovo rapporto del Cnel. Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, come ogni anno, presenta la situazione nel dettaglio del territorio italiano e come questo si è evoluto dal punto di vista sociale, sanitario, economico ma soprattutto se il gap tra nord e sud si stia riducendo.
Cosa è il Cnel
Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, meglio conosciuto con l’acronimo di Cnel,è un organo di rilievo costituzionale italiano con funzione consultiva rispetto al Governo, alle Camere e alle Regioni. Previsto dall’articolo 99 della Costituzione, il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro fu istituito solo dieci anni dopo, con la legge n. 33 del 5 gennaio 1957. Il Consiglio è formato da 60 membri suddivisi in 3 gruppi
rappresentanti delle categorie economiche e del lavoro
rappresentanti di consigli ed enti pubblici economici
persone particolarmente esperte nei problemi del lavoro o della produzione.
Nuovo rapporto Cnel: il divario tra nord e sud
La fotografia scattata al nostro paese tramite il nuovo rapporto del Cnel mostra un’Italia divisa in due dove Nord e Sud hanno livelli di prestazioni troppo differenti. Uno dei punti di disparità è nella sanità dove l’Italia registra ottime prestazioni essendo uno dei paesi europei più virtuosi nel “settore”. In particolare, si registra un calo della mortalità tra i 30 e i 69 anni per tumori maligni, diabete e malattie cardiovascolari ma persistono grandi differenze nelle cure e nella speranza di vita, sia a livello territoriale sia tra ricchi e poveri con una differenza tra le fasce più ricche del Nord e quelle più povere del Sud di circa 10 anni nella speranza di vita. Tra Milano e Napoli c’è una differenza sulla speranza di vita di quasi tre anni.
I servizi amministrativi dal rapporto Cnel
I servizi amministrativi locali pesano su ogni cittadino e impresa per circa 205 euro l’anno, con una crescita dello 0,6%. Il dato più critico è quello riferito agli asili nido con 6.467 euro di costo medio per bambino. E non ci sono posti per tutti: la disponibilità di posti è per meno di un quarto (24%) dei bambini tra zero e tre anni.
La situazione degli enti pubblici
In Italia operano quasi 13.000 istituzioni pubbliche (per la precisione 12.874) nelle quali prestano servizio circa 3,5 milioni di persone, comprese quelle delle forze armate e coloro che lavorano nelle ambasciate e negli istituti di cultura all’estero. La maggior parte del personale, precisa il rapporto del Cnel, è nelle amministrazioni centrali (54%) e lavora soprattutto nella scuola, mentre un altro 20% è impiegato nel servizio sanitario nazionale.