‘Nuovo possibile‘, è la mostra dell’artista e architetto aquileiese Rodolfo Lepre, inaugurata dal presidente del Consiglio regionale Franco Iacop, presenti numerosi consiglieri: fino al 23 giugno sarà possibile ammirare le opere negli spazi espositivi del palazzo di Piazza Oberdan 6, a Trieste.
E proprio l’immagine della sede dell’Assemblea è stata scelta dall’artista per la copertina del catalogo che documenta la rassegna a evidenziare, nello specifico, il legame tra contenitore e contenuto e a sottolineare, attraverso un edifico simbolo, il valore delle istituzioni, in cui l’autore crede profondamente e a cui rendere omaggio. Un legame – ha ricordato Iacop – che anche il Consiglio regionale, casa emblematica della comunità regionale, da tempo esprime e rinnova con il tessuto culturale del suo territorio ospitando periodicamente le voci più significative della scena artistica del Friuli Venezia.
Una passione, quella di Lepre per l’arte, manifestata fin da bambino e rilanciata quando la professione di architetto è diventata humus per mettersi nuovamente in gioco anche in questa dimensione, attingendo proprio dalla frequentazione dei cantieri gli spunti e i materiali alla base delle sue opere: colle, cementi, gessi, intonaci, sabbie cui dare nuova vita – ha spiegato lo stesso Lepre – in una avvincente ricerca del nuovo possibile, in un percorso dettato dall’urgenza personale di trasferire nella materia la sua dimensione emozionale traducendola in forme modulate secondo rilievi, asperità, scavi, graffi, giochi binari di rossi e neri, di bianchi e oro, che raccontano la complessità del suo sentire. Un percorso costellato di partecipazioni a eventi collettivi e di esposizioni personali con molti lusinghieri riconoscimenti, in una evoluzione che nel tempo lo ha portato a realizzare un progressivo processo di sottrazione di elementi per sviluppare una ricerca di modalità espressive sempre più raffinate, per comunicare intensamente il suo mondo interiore.
A metterlo in luce è stato anche il critico d’arte Giancarlo Bonomo, che soffermandosi sulla grande preparazione tecnica e sulla totale riconoscibilità del tratto di Lepre, ha indicato nell’astrattismo geometrico dell’artista una manifestazione duale della realtà in cui rintracciare non solo le contraddizioni ma anche le complementarietà.