Anche il nuovo DPCM di Conte, il primo del 2021, è accompagnato da forti dubbi e pesanti incertezze. Il precedente decreto del 3 dicembre sembrava aver dato indicazioni chiare valide fino a metà gennaio ma ecco che un nuovo documento ha dovuto regolare i giorni delle festività. Con domani, 6 gennaio, queste ulteriori norme vedono la loro scadenza e logica vuole che si torni alle norme previste. I dati epidemiologici non molto confortanti e l’elevata possibilità di comportamenti poco prudenti da parte dei cittadini impone una correzione delle norme. A questo punto possiamo attenderci due possibilità: un nuovo decreto che anticipi quello del 15 gennaio, o un provvedimento “ponte” che sia valido dal 7 al 15 gennaio.
Nuovo DPCM Conte 2021: cosa ci aspetta?
La sensazione, è inutile nasconderlo, è ancora quella di navigare a vista, guardando con un occhio i numeri dell’epidemia, con l’altro quelli dell’economia. Secondo le poche anticipazioni a disposizione sul Decreto legge post vacanze, i giorni 7 e 8 gennaio (giovedì e venerdì) l’Italia dovrebbe essere un’unica zona gialla mentre il 9 e il 10 saranno applicate le stesse restrizioni da zona rossa previste nelle ultime settimane per i week end. Da lunedì 11 gennaio rientrerà in vigore la divisione del Paese nelle tre fasce che conosciamo. Anche qui, però, ci saranno dei piccoli cambiamenti.
Le zone d’Italia
Secondo il ministro della Salute Speranza, i parametri per calcolare la collocazione delle regioni nelle diverse fasce resteranno invariati. Quelli che cambieranno saranno i valori soglia che determinano l’ingresso in una fascia piuttosto che in un’altra. Per esempio, attualmente l’indice Rt per la zona arancione è pari a 1,25 mentre 1,50 è il valore per vedersi assegnata la zona rossa; con le nuove disposizione tali valori potrebbero abbassarsi di uno 0,25. In questo modo, diverse sono le regioni che si ritroveranno più facilmente in fascia arancione o rossa. Le prime a rischiare in questo senso, già dall’11 gennaio potrebbero essere Veneto, Calabria e Liguria.
Ritorno alla normalità
Il tanto agognato ritorno alla normalità è, quindi, ancora lontano. Il miglioramento dei dati epidemiologici che si sperava non è arrivato e siamo addirittura alle soglie di una terza ondata. Quei settori che dovevano riaprire i battenti subito dopo l’Epifania dovranno attendere ancora. Parliamo della scuola che non rivedrà gli studenti in classe nella data prevista del 7 gennaio e gli impianti sciistici che dovranno attendere non meno di una settimana per accompagnare l’avvio della stagione invernale. Per sapere come il governo intende muoversi per questi ambiti bisognerà aspettare i dati aggiornati dell’8 gennaio. Solo allora la cabina di regia potrà decidere.
In copertina foto di travelphotographer da Pixabay