Dopo settimane di annunci e ripetute pressioni da parte dei settori produttivi che registrano particolari difficoltà nel reclutamento di manodopera, sta finalmente per essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto flussi 2021, firmato dal Presidente del Consiglio negli scorsi giorni. Com’è noto, il decreto prevede, oltre a 42.000 quote per lavoro stagionale nel settore agricolo e turistico-alberghiero (una cifra più che raddoppiata rispetto alle quote degli ultimi anni, rimaste peraltro in parte inutilizzate), 27.700 ingressi non stagionali.
Il Decreto
Dopo diversi anni di quasi azzeramento dei contingenti per lavoro non stagionale, la principale novità è costituita dai 17.000 ingressi destinati ai settori dell’auto-trasporto merci, dell’edilizia e turistico-alberghiero, che andranno ripartiti tra una lunga lista di paesi che hanno sottoscritto accordi con l’Italia in materia di immigrazione. La componente restante sarà come sempre prevalentemente assorbita dalle conversioni di permessi già rilasciati (per ragioni di lavoro stagionale, di studio, o per altri motivi) e in piccola parte dai permessi per lavoro autonomo.
Programmazione transitoria
Com’è ormai consuetudine, si tratta di una “programmazione transitoria” e adottata in assenza di un documento programmatico condiviso dai diversi stakeholder che detti i criteri per la definizione delle quote annuali.
Con una compagine governativa certamente divisa sul tema immigrazione, la quarta ondata pandemica che preannuncia ulteriori difficoltà per i settori produttivi più esposti alle sue conseguenze e gli sbarchi che si susseguono, era difficile pensare che la programmazione potesse in questo momento spingersi oltre.
Più che soffermarsi sulla dimensione quantitativa del provvedimento – da sempre oggetto di contestazione –, Fondazione ISMU vuole cogliere questa occasione per ribadire la necessità di un complessivo ridisegno del modello di governo delle migrazioni economiche, dato l’unanime giudizio di sostanziale fallimento di quello oggi in vigore e le numerose criticità emerse dalla sua applicazione.
Il Libro Verde
Oltre alle riflessioni prodotte in questi anni – di cui si è dato sistematicamente conto nel Rapporto ISMU sulle migrazioni –, il Settore Economia & Lavoro di Fondazione ISMU ha elaborato negli scorsi mesi un Libro Verde che vuole costituire una piattaforma di discussione per l’elaborazione delle proposte di modifica del quadro legislativo in vigore e l’individuazione delle priorità in tema di governo e governance del mercato del lavoro.
Frutto della consultazione di un’ampia rosa di stakeholder, il Libro Verde – scaricabile all’indirizzo www.ismu.org/libro-verde-sulle-migrazioni-economiche – è a disposizione di quanti vorranno farci pervenire i propri suggerimenti, integrazioni e rilievi critici, così da potere pervenire, nei primi mesi del 2022, a un Libro Bianco che possa essere il più possibile condiviso.