Si è da poco conclusa, presso il Ministero del Lavoro, una riunione dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e adolescenza a cui ha partecipato l’assessore alla scuola Annamaria Palmieri come delegata nazionali Anci. Si è discusso dei temi e delle prospettive per il nuovo anno, dopo che nel luglio scorso è stato approvato il IV piano nazionale di azione e interventi per i soggetti in età evolutiva.
L’osservatorio è stato aperto dalle relazioni del ministro Poletti sul reddito di inclusione in via di approvazione e del ministro Costa, che ha annunciato la Conferenza nazionale sulla famiglia che si svolgerà a Roma il 28 e 29 settembre.
Per il prossimo anno l’osservatorio ha tra i suoi compiti il monitoraggio del piano nazionale, che prevede quattro linee di azione: la lotta alla povertà dei bambini e delle famiglie, il potenziamento dei servizi educativi per la prima infanzia e la qualità del sistema scolastico, le strategie per l’integrazione dei minori stranieri e disabili, per la genitorialità e l’accoglienza.
Sarà prevista una ricognizione e raccolta di dati e criticità delle attività svolte da Amministrazioni centrali, Regioni e Province autonome, da un insieme rappresentativo di aree metropolitane, associazioni, terzo settore e volontariato.
Nel corso della riunione è stata discussa e approvata anche la Relazione biennale che l’osservatorio presenterà al Parlamento, redatta col supporto scientifico dell’istituto degli Innocenti di Firenze. Tra i temi del dibattito suggeriti da Anci la necessità di integrare sempre di più le diverse azioni tra loro e far dialogare le fonti di finanziamento.
Le assessore di Napoli e di Pisa hanno sottolineato come i Comuni siano alle prese con la battaglia per salvaguardare non solo l’accesso ai servizi per i più fragili e la loro qualità ma la possibilità di piena realizzazione dell’uguaglianza ex art.3, attraverso misure come la mensa o il nido o l’assistenza.
“Il piano nazionale che abbiamo redatto come osservatorio” dichiara l’assessore alla scuola Annamaria Palmieri, “ha il pregio di affrontare il tema della povertà in modo multidimensionale: essa si manifesta attraverso molte forme di deprivazione, che vanno dalla famiglia alla scuola, alla qualità del cibo, alla cittadinanza per i bambini stranieri, ma proprio per questo è necessario coniugare tra di loro le azioni, da quelle rivolte alla famiglia a quelle relative alla salute, al tempo pieno a scuola, che al sud ancora è raro, all’analfabetismo funzionale dei giovani adulti. E’ bene affermare in linea di principio”, conclude l’assessore, “che gli indicatori di povertà educativa sono molteplici ma proprio per questo vanno tenuti tutti insieme in debito conto quando si interviene, attraverso una politica centrale che supporti e sostenga quelle locali“.