Si inaugura nello Spazio per le Arti contemporanee del Broletto di Pavia la mostra Nuovi dialoghi di luce, mostra dedicata all’artista pavese Sandro Riboni (Pavia 1921-1986) a trent’anni dalla morte.
L’esposizione, che rimane aperta al pubblico fino al 19 febbraio 2017, è organizzata da Paola Casati e Carlo Migliorini in collaborazione con il Settore Cultura del Comune di Pavia, e presenta una sessantina di opere di diverse dimensioni, tecniche e materiali – tra grafica, ceramica, encausto, incisione e persino un foulard di seta realizzato per l’azienda tessile Taroni di Como – che testimoniano la produzione dell’artista, e ripercorrono le tappe della sua poetica.
Novità di questa mostra è l’esposizione del torchio dell’artista, su cui venivano impresse le preziose grafiche a rilievo in total white o a colori con una suggestiva palette cromatica.
Sandro Riboni, artista eclettico e intellettualmente libero, in pratica autodidatta, si è confrontato con i grandi maestri delle Avanguardie storiche –da Picasso a Matisse, da Mirò a Leger, fino a Fontana e Licini –. Ha sperimentato tecniche e materiali diversi – ceramica, olio, encausto, incisione, scultura – e ha girato mezza Europa in bicicletta, pur rimanendo un uomo semplice, lo stesso che per anni ha lavorato come operaio alla Necchi, poi garzone nella ditta di marmi Scapolla, e infine mozzo su una nave per Marrakech.
Nuovi dialoghi di luce tenta di mostrare tutto questo, ripercorrendo le linee artistiche lungo cui si muoveva Riboni, dal Cubismo al Surrealismo per poi giungere a maturare, attraverso lo Spazialismo, un personalissimo linguaggio in cui coniugava tutte le esperienze vissute.
Variano le tecniche, i materiali e variano anche i temi: dalle grafiche monocrome bianche alle coloratissime ceramiche, lavorate presso la storica manifattura La Fenice di Albissola, fino ai foulard realizzati per le aziende tessili di Como.
Negli anni settanta poi, scelse di spingersi fino all’astrazione, con le sue forme geometriche sui toni del blu, del rosso e dell’ocra che sembrano come fluttuare sulla tela, delle ‘macchine volanti’ perse nel cosmo, come le definiva Riboni.
L’ultimo suo periodo è contrassegnato da splendidi cieli luminosi con nuvole impalpabili e sempre diverse. Anni di sogno. Il previsto passaggio della cometa di Halley lo colpisce profondamento dando vita ad una serie di opere che ad essa si ispirano.