Il 25 maggio 2018 sono state approvate dall’Unione Europea nuove norme relative alla tutela della privacy per tutti i cittadini. Il nome del nuovo progetto è GDPR ovvero il General Data Protection Regulation e prevede che in qualunque paese sotto la giurisdizione dell’UE ogni individuo o azienda abbiano i medesimi diritti. Per gli inadempienti ai controlli periodici sono state previste multe che arrivano fino a venti milioni di euro. Inoltre nel caso in cui qualcuno ritenga che i propri diritti siano stati violati può presentare una denuncia e, eventualmente i dati forniti non sono ritenuti attendibili, la cancellazione è immediata.
Da settembre a gennaio circa 100 mila cittadini dell’UE hanno presentato dei ricorsi per violazione della privacy. I commissari hanno affermato che questo è dovuto al fatto che ormai le persone, in seguito anche allo scandalo di Facebook, sono diventate maggiormente consapevoli dei rischi legati all’uso eccessivo e smodato dei social network. I ricorsi riguardano principalmente le nuove campagne di marketing, le email promozionali e l’utilizzo di videosorveglianza.
Un caso davvero esemplare è stato quello di Google che ha dovuto pagare una multa salata di cinquanta milioni in Francia. Molti utenti hanno ritenuto che le informazioni fornite dalla piattaforma non siano state sufficienti. In molti hanno utilizzato Youtube o Google maps accettando di fornire delle informazioni personali come la localizzazione senza però sapere che poi sarebbero andate ad arricchire il database della società. Non è stato ritenuto corretto il modo in cui queste informazioni sono state fornite dato che è stata presentata all’utente solamente una breve sfilza delle innumerevoli violazioni che avrebbe subito nel momento in cui accettava i cookie che gli si presentavano per poter usufruire del servizio.