Mai come in questo momento l’Alitalia rischia di scomparire. Le casse dell’azienda sono vuote e la Cigs viene erogata con clamorosi ritardi. Il tentativo fatto lo scorso anno dall’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte di rinazionalizzarla per garantirle gli aiuti economici del governo non è servito e anche i fondi europei sono in bilico. Cerchiamo di capire cosa succede all’Alitalia che se vuole rinascere deve diventare un’azienda tutta nuova ma al tempo stesso garantire il futuro ai propri dipendenti.
Cosa succede alla nuova Alitalia
Si chiamerà Ita, viaggerà con 47 velivoli e avrà 4.800 dipendenti. Sono queste le prime informazioni che abbiamo sulla nuova Alitalia. E’ plausibile pensare che sarà spacchettata in tre diverse società che si occuperanno di aviation, handling e manutenzione. Parliamo di una situazione, quindi, di forte contrazione rispetto a quella attuale che porterà inevitabilmente a esuberi di personale. La ridotta capacità di volo, inoltre, dovrà portare anche alla cessione di alcuni slot (le finestre orarie per i decolli e gli atterraggi). Tutto, però, è ancora da definire: il tavolo delle discussioni tra il governo italiano e la commissione europea è ancora aperto. Per erogare i fondi di cui questa nuova società necessita per partire, l’Europa ha posto la condizione che si chiuda con il vecchio marchio Alitalia sul quale grava il peso della privatizzazione e di un’atavica difficoltà finanziaria.
Un’occasione persa
Air France e Lufthansa, ha precisato Bruxelles, hanno beneficiato degli incentivi europei perché sono entrambe compagnie di bandiera e prima della pandemia avevano i conti in attivo. Situazione opposta per Alitalia che non solo dal 1996 non è più la compagnia di bandiera, ma che ha anche scontato gli effetti negativi della privatizzazione di fine anni Novanta. Di un’operazione che da un lato ha lanciato l’azienda nel mercato, dall’altro non le ha mai scollato di dosso la finalità di servizio pubblico. Due elementi che non possono convivere all’interno della stessa azienda. E così le passività si sono andate ad accumulare, anno dopo anno, mentre si cercavano investitori che potessero risollevare le sue sorti. Investitori puntualmente delusi dall’incapacità di dare un seguito concreto alla progettualità.
Le compagnie low cost
Intanto il mondo è andato avanti e sono nate le compagnie aeree low cost. Aziende che hanno percepito i cambiamenti nel mondo del turismo che ha iniziato a spostarsi sempre più verso il mordi e fuggi. Allora via i servizi non essenziali per offrire tariffe che ben si conciliano con brevi soggiorni nelle mete più disparate. Anche il trasporto ferroviario si è evoluto. Con l’alta velocità è riuscito a essere competitivo anche sulle tratte lunghe facendo letteralmente crollare il traffico aereo interno. Competitività: sarà questa la parola d’ordine della nuova compagnia aerea. Ma su quali basi? La storia insegna che le politiche finora adottate non hanno avuto successo. Per rinnovarsi davvero bisognerà ripensare il concetto di viaggio, intercettare le nuove esigenze post pandemia dei viaggiatori, incarnare una nuova idea di turismo.
In copertina foto di József Kincse da Pixabay