Cheese, il più grande evento internazionale dedicato ai formaggi a latte crudo e alle forme del latte, ci aspetta dal 17 al 20 settembre 2021.
Ad annunciare ufficialmente le date della tredicesima edizione sono gli organizzatori, la Città di Bra e Slow Food, che hanno deciso di dare un segnale di ottimismo e di ripartenza a tutti i soggetti legati a questo evento e a ciò che esso rappresenta. Innanzitutto il mondo del formaggio di qualità, che come ogni due anni si riunirà nella cittadina piemontese, il territorio che da sempre ospita la manifestazione, ma anche i settori della ristorazione e dell’ospitalità alberghiera, tra quelli più duramente colpiti dalla crisi innescata dalla pandemia.
«Nonostante il momento di difficoltà mondiale legato alla pandemia, abbiamo scelto di lavorare per la ripartenza della cultura, del turismo e della città, confermando la tredicesima edizione di Cheese – spiega il sindaco di Bra Gianni Fogliato –. Coniugando lo spirito che ha sempre caratterizzato la manifestazione con le necessarie regole sanitarie, vogliamo tornare a essere comunità che accoglie, realtà da vivere, luogo di relazione e crescita. Cheese è un grande patrimonio della Città di Bra: ci auguriamo possa essere un simbolo di fiducia e rinascita, rafforzando i valori che contraddistinguono il nostro territorio anche attraverso gli ideali che ogni due anni casari e pastori portano qui da tutto il mondo, e contribuendo a dare il necessario ossigeno alle attività locali e al comparto turistico».
«Pastori e casari, come tutto il mondo agricolo, sono tra le categorie che hanno sofferto di più la crisi: la natura infatti non si è mai fermata e gli animali hanno continuato a produrre latte. Purtroppo molti casari che ospitiamo a Cheese hanno visto sfumare un importante sbocco di mercato con la chiusura delle attività di ristorazione e le restrizioni imposte a mercati e fiere. Ritrovarci nuovamente a Bra quest’anno, ovviamente nel pieno rispetto delle misure di sicurezza previste, assume quindi un significato ancora più forte» dichiara Daniele Buttignol, direttore generale di Slow Food Italia.
La macchina organizzativa di Cheese 2021 è dunque avviata: «Siamo già all’opera per adattare i format storici di Cheese e rendere ogni occasione di conoscenza, degustazione, educazione, un momento da vivere in presenza e in piena sicurezza. Non mancheranno infatti i grandi classici: il Mercato dei formaggi e la Via degli Affinatori, punto di riferimento per appassionati e buyer, le conferenze di approfondimento e i momenti ludici per famiglie e bambini, per ricreare quel clima magico che per quattro giorni l’appuntamento braidese ci regala» continua Buttignol.
La manifestazione è da sempre avanguardia nel dibattito intorno al settore lattiero caseario di qualità, grazie alla partecipazione di pastori, casari, stagionatori e affinatori che si confrontano, sui palchi ufficiali delle conferenze e negli incontri informali, con cuochi, negozianti, tecnici e accademici, italiani e stranieri. Dalla prima edizione del 1997 a oggi sono state tante le battaglie condotte, dalla difesa del latte crudo al no ai formaggi fatti con il latte in polvere, dai focus sulle normative e sulle politiche Europee, all’analisi delle storture del mercato del latte (che schiaccia i piccoli e omologa la produzione). Nel 2019 ci eravamo lasciati con la consapevolezza di aver fatto breccia tra i produttori presenti e l’opinione pubblica sull’importanza della produzione naturale, non solo di formaggi, ma anche di salumi e pani, vini e birre. Naturale è possibile, dicevamo: si possono allevare gli animali al pascolo e produrre formaggi a latte crudo senza aggiungere fermenti selezionati.
Due anni fa la vivevamo come un’idea non nostalgica, ma innovativa e strategica per il futuro del cibo, per riconsegnare alla natura ciò che le appartiene, usando tutte le tecnologie che si sono affermate in questi anni, senza però compromettere le materie prime e il loro legame con il territorio. Oggi, con le nuove consapevolezze che ci lascia in eredità la pandemia di Covid-19, la vediamo come una necessità, un imperativo: difendere strenuamente la biodiversità, a partire da quei preziosissimi microorganismi che naturalmente si trovano nelle malghe e nelle stalle e sono fondamentali per determinare unicità e qualità di ogni singolo formaggio, è un dovere nei confronti di chi verrà. È una vera, concreta, efficace e attuabile forma di transizione ecologica. E i formaggi, ancora una volta, sono perfetti testimonial di un’avanguardia che affonda le proprie radici nel solido e millenario rapporto tra esseri umani, animali e ambiente.