Caro direttore,
mi ha colpito il fatto che stamattina su La Repubblica compaiono contemporaneamente tre commenti molto simili alla recente approvazione della legge sulle unioni civili da parte del Senato. I commenti sono di Corrado Augias, Michele Serra ed Eugenio Scalfari e tutti e tre insistono sul fatto che bisogna accontentarsi dell’approvazione della legge, anche se essa non contiene la famosa stepchild adoption (cioè la possibilità che una coppia gay adotti il figlio di uno dei conviventi), perché si tratta di una grossa conquista di civiltà da parte dell’Italia. Non sono d’accordo. Non abbiamo nulla di cui vantarci; l’Italia è stata più volte sollecitata dall’Unione Europea a riparare ad un incomprensibile ritardo nell’approvazione di una legge sulle unioni civili. L’Italia arriva buon ultima rispetto alla gran parte dei Paesi europei a questo traguardo e c’era tutta la possibilità che la legge contenesse anche la stepchild adoption. La responsabilità di quanto è avvenuto è del gruppo dirigente del Partito Democratico che, pur essendo il principale promotore della legge sulle unioni civili, ha prima lasciato libertà di coscienza ai suoi parlamentari e poi, di fronte al problema posto dal M5S che ha rifiutato l’utilizzo del cosiddetto canguro per eliminare gli emendamenti alla legge, ha sostenuto l’opportunità di stralciare dalla legge la stepchild adoption, invisa agli alleati di governo del Nuovo Centro Destra. Ma i dirigenti del M5S hanno assicurato più volte che, pur lasciando libertà di voto ai propri parlamentari, la stragrande maggioranza di loro era favorevole all’approvazione dell’intera legge Cirinnà, compresa la stepchild adoption. In questo modo, a mio parere, essi hanno riparato all’errore commesso quando hanno rifiutato l’utilizzo del “canguro” per l’eliminazione degli emendamenti contrari alla legge. La verità è che in questa, come in altre occasioni, è prevalsa la volontà di Renzi e compagni di mantenere in vita una maggioranza di centro-destra, anche se questo tipo di maggioranza serve soprattutto a preservare dei rapporti di potere e non a rappresentare una comune sensibilità sulle grandi questioni politiche e sociali di questo Paese.
Cordiali saluti