Nomine Rai: polemiche e contrapposizioni, ma il sistema è sempre lo stesso da decenni. Le opposizioni attaccano e il governo risponde in un gioco delle parti che – a dire il vero – sembra anche un poco stucchevole visto che alternativamente entrambi gli schieramenti hanno messo in atto lo stesso schema.
È da tempo immemore che l’ingerenza dei partiti nell’ambito della televisione di Stato è praticamente continua e costante. Prima la lottizzazione secondo il vecchio manuale Cencelli e poi lo spoil system di matrice anglosassone (se Dio vuole) anche peggiore del primo.
Fu la legge 3 maggio 2004, n. 112, ricordata comunemente come la legge Gasparri, a sancire di fatto il nuovo sistema sottoponendo il ricambio alla nomina governativa. Non era più ipotizzabile alcun pluralismo ma solo quella sorta di allineamento totale che oggi di fatto vige.
Nomine Rai: il manuale Cencelli e lo Spoil System
Manuale Cencelli è un’espressione giornalistica riferita all’assegnazione di ruoli politici e governativi ad esponenti di vari partiti politici o correnti in proporzione al loro peso.
Wikipedia
Questo sistema è stato in voga, accettato da tutti, fino all’emanazione della citata legge e da allora in poi è subentrato lo spoil system.
Lo spoil system è una traduzione letterale dall’inglese: sistema del bottino. È la pratica politica, affermatasi negli Stati Uniti d’America tra il 1820 e il 1865, per cui i vertici della pubblica amministrazione vengono sostituiti al momento dell’insediamento di un nuovo governo.
Pare chiaro che scandalizzarsi oggi e sbraitare dall’opposizione o da qualsiasi altra parte è abbastanza incomprensibile. Forse varrebbe la pena pensare come cambiare questo sistema, se veramente si vuole operare una riforma seria.