Era il 20 giugno quando l’artista sannita, Carmine Carlo Maffei, aveva aperto le porte del suo laboratorio artistico “Pietre vive” ai visitatori dando un’anticipazione della mostra che è stata allestita a Bruxelles all’interno del Parlamento Europeo.
L’artista è partito dal borgo di Guardia Sanframondi portando con sé innumerevoli opere, esposte al pubblico in un contesto di respiro europeo. Un’indicibile emozione, dunque, per il Maffei, che tuttavia in passato ha già fatto conoscere il suo genio artistico al di fuori dei confini italiani: a Montecarlo, Cannes, Parigi, Montreal, New York, Sidney.
«In questa sede prestigiosa, massima espressione della nostra Europa, il maestro d’arte espone le sue opere non solo fisicamente. Per un artista portare le proprie opere d’arte qui significa condividere un progetto, abbracciare quella missione che tutti noi abbiamo: unire l’Europa e farla crescere anche in un momento di crisi come quello che sta attraversando minacciata da spinte secessioniste e antieuropeiste. Noi tutti, e in particolare noi italiani presenti tra i sei Paesi fondatori, dobbiamo assumerci la responsabilità di trasmettere i valori insiti nell’Unione Europea» ha dichiarato il deputato al Parlamento europeo, Aldo Patriciello che è intervenuto all’apertura dell’evento artistico insieme ad Ornella Mariani, curatrice del catalogo che raccoglie e racconta le tele del Maffei in questa sua avventura dal sapore europeo. La saggista Mariani sottolinea nelle opere del Maffei i colori decisi e densi delle tele dal forte e prepotente impatto; un caleidoscopio di luci e ombre in cui si avverte l’attesa di risposte a domande irrisolte riguardanti la complessità della vita.
«Già nel titolo stesso, si può intravedere il tema sociale che rappresenta l’intera mostra. Ogni opera, infatti, non va guardata e interpretata in superficie, ma andando oltre, in profondità» ha dichiarato con poche ed emozionate parole il Maffei all’apertura della galleria, invitando i visitatori a soffermarsi sulle tele con occhio critico, alla ricerca di verità nascoste tra sfumature cromatiche e soggetti multiformi.
Le creazioni del Maffei, infatti, nascono tra sogno e realtà ma non sono mai distanti dal contesto storico in cui l’artista vive perché tutti noi, e quindi anche l’artista, siamo il nostro tempo. «L’attualità è presente nel gesto artistico e accompagna il pensiero del Maffei fondendosi in esso» commenta, non a caso, lo storico d’arte, Rosario Pinto in un suo contributo all’interno del catalogo riguardante la mostra.
La mia Italia, C’è sempre una luce, 22 maggio 2017, Libertà, Omofobia, Femminicidio, Terratrema, Deresponsabilizzazione, Omertà: sono questi alcuni titoli dati dall’autore alle tele che testimoniano la storia presente in cui esse sono sorte e di cui si fanno portavoce.