Il territorio del Nolano si ribella: i cittadini e le associazioni ribadiscono il no categorico a qualunque invaso, cava, biostabilizzato o con qualunque altro appellativo vogliano chiamarsi le “discariche”. Intanto i sindaci si dividono. L’Unità di Crisi “No alla discarica” è pronta al’azione concreta sul territorio
“Invaderemo strade, piazze e case comunali. Se passeremo per disobbedienti civili non ce ne importerà perché i nostri figli valgono molto di più di una denuncia o di qualche spintone. Bloccheremo il transito dei camion e le attività commerciali ad essi connessi. Nostri alleati saranno studenti, bambini, adulti, anziani: nostra alleata sarà la decisione assoluta di non concedere nulla a questi tiranni dell’immondizia. Inviteremo i parroci a suonare le campane delle proprie chiese, i sindaci ad usare le fasce tricolori a difesa della propria gente. I sindaci, quelli veri, quelli per cui il bene pubblico viene prima di ogni interesse. Il nostro territorio è malato più di ogni altro: le morti per tumore non si contano nemmeno più. Acqua, aria e cibo: è tutto tossico. È inutile aspettare ciò che fanno o decidono i tre (Biancardi-Nola, Ferone-Tufino, Manzi-Casamarciano) dobbiamo essere noi i primi a muoverci” sono queste le parole di Nicola Valeri, giornalista ed uno degli attivisti più convinti della causa che l’Unità di Crisi “No discariche ” nel Nolano sta portando avanti in un territorio già duramente provato dal problema discariche. “L’azione di protesta deve essere forte. Dobbiamo cominciare a dare una prova concreta della nostra intenzione: ci opporremo fino alla fine e con ogni mezzo alla decisione che alcuni “assassini della vita” vogliono adottare nel Nolano facendo il gioco dei committenti” aggiunge ribadendo Onofrio Petillo, membro del direttivo Unità di Crisi. Sono ormai tre settimane che la Canonica di San Michele, in località Schiava di Casamarciano, ai piedi delle due discariche Paenzano I e Paenzano II e dello STIR (ex Cdr) di Tufino, ospita le riunioni di questo gruppo costituito da cittadini, associazioni ambientaliste, partiti politici e sindaci solidali come il sindaco di Sperone Salvatore Alaia (barricadero convinto e noto anche al presidente Napolitano per lo sciopero della fame al Quirinale per il taglio alla sanità Irpina), il sindaco di Visciano Domenico Montanaro e quello di Roccarainola Raffaele de Simone. L’intento comune è quello di “ribadire, ancora una volta, il rifiuto categorico di accettare qualsivoglia impianto per rifiuti” dice Nicola di Mauro, Lista Civica per Tufino. “Se analizziamo il documento della provincia in merito alla questione biostabilizzanti ci si rende conto come non sia cambiato nulla: viene chiarito ciò che dovrebbe uscire ovvero un rifiuto, “compost fuori specifico” per l’esattezza, con codice 19.05.03, definito “ammendante” dal primo cittadino di Tufino Carlo Ferone” dice Guido De Carlo di Sinistra Ecologia e Libertà. “Il problema è che non si accenna a ciò che entra: il tal quale di qualsiasi provenienza e composizione! E soprattutto per il bene dei comuni napoletani” aggiunge Gianluca Napolitano, Città Viva. Per i contestatori il “Biostabilizzato” è di fatto un rifiuto soprattutto perché non è fatta abbastanza luce sul “tal quale” ovvero i rifiuti per cui non è possibile applicare un criterio di differenziazione (più comunemente denominato “secco”) e che ogni giorno ne arriva in quantità eccessiva allo STIR di Tufino. Gennaro Allocca del Comitato per la difesa dell’Agro Nolano ribadisce che questa “è un’emergenza che non ci riguarda. Il nostro territorio smaltisce i suoi rifiuti in modo semplice e veloce trattandosi di una quantità esigua rispetto alla capacità dello Stir. Ma nonostante questo la discarica ce la metteranno: nel momento in cui si darà potere alla provincia ed al commissario straordinario, volenti o nolenti ce la metteranno. Per il bene del territorio napoletano. Per questo motivo” arringa Allocca “rivolgo a tutti, un proverbio da ricordare: la legge è legge ma con la forza ci si mette al di sopra”. “Sta per essere perpetuata una ennesima truffa ai danni dei cittadini” dice Domenico Montanaro, sindaco di Visciano e conclude “Nell’accordo di programma che Cesaro vuol far firmare ai sindaci ci sono delle proposte assurde, dei veri e propri attentati dal punto di vista ecologico. E pensare che il tutto è partito da alcuni sindaci mi fa pensare non solo ad un errore strategico di formulazione ma anche ad un’ingenua vanagloria in questo immondezzaio di idee”. Negli ultimi incontri si è profilata l’ipotesi di un’azione concreta: l’Unità di Crisi ha preannunciato una serie di manifestazioni ed eventi per le piazze dei tre principali comuni i cui sindaci sostengono la proposta di Cesaro: Nola, Casamarciano e Tufino. Incontri-dibattiti come quello del Forum dei Giovani di Visciano con la proiezione del docufilm “Una montagna di balle” (la vera storia dell’eterna emergenza rifiuti a Napoli), volantini informativi, lettere di protesta e gazebo nelle piazze. Un importante appuntamento che rientra nell’ambito delle manifestazioni organizzate dai dissidenti vedrà il professore Giordano ospite del sindaco di Sperone, Salvatore Alaia, martedì 22 Marzo, per presentare gli ultimi studi effettuati in America sui tumori. Intanto è stato stilato un programma alternativo da parte dei dissidenti con alcuni punti fermi su cui intendono battere: innanzitutto lo Stir. “Si parla di voler utilizzare lo Stir solo per il differenziato. In questo caso verrebbe meno proprio la ragione di esistere dello Stir e dunque occorrerebbe una riconversione in trattamento meccanico-manuale. Due: il biostabilizzato che intendono proporci, presentandocelo come un ammendante per cave e manti stradali non è altro che un compost fuori specifico, insomma un rifiuto. Accettare una richiesta del genere senza lottare significa accettare un altro invaso, un’ennesima discarica. Dei 19 sindaci firmatari, 16 non sanno cosa stia succedendo ma semplicemente si rimettono nelle mani dei “tre più esperti”. Cesaro adesso vuole convincere Caldoro ad andare fuori provincia, sempre con un unico intento: aprire gli invasi e le cave portando via dallo Stir il materiale che giace. Nel Consiglio provinciale di Napoli interamente dedicato al tema rifiuti, il presidente Cesaro ha ribadito che il Piano della Provincia, nel breve periodo, consiste nell’individuare delle cave dove poter sversare il materiale umido stabilizzato in uscita dagli impianti di trattamento dei rifiuti (Stir). Ma dai 19 sindaci ancora non parte alcun segnale: probabilmente anche loro non sono sicuri del fatto che quest’ennesima trovata sia un altro espediente per farci inghiottire il tal quale di Napoli. Il prossimo nostro passo sarà quello di dialogare nelle piazze coni cittadini intenzionati a sensibilizzare e muovere l’opinione pubblica. Sabato e domenica saremo nelle piazze di Tufino e Nola per ribadire ancora una volta il nostro inamovibile rifiuto a qualsiasi soluzione che si chiami esso invaso, biostabilizzato o cava”” conclude Gennaro Esposito, presidente di Assocampania Felix.
Fioravante Conte