Cos’è il nistagmo? Il vocabolo suggerisce poco o quanto niente ai più eppure vi sarà capitato di incontrare almeno una volta una persona che quando vi guardava compiva dei piccoli movimenti ritmici con i suoi occhi. A dire il vero, il nistagmo è una malattia ancora poco conosciuta anche dalla scienza. Ciò che sappiamo, per esempio, è che il nistagmo può manifestarsi tra i tre e i sei mesi di vita o da adulti e che ha una rilevante incidenza tra i soggetti albini e tra quanti soffrono già di altre oculopatie. L’origine della malattia è da ricercarsi nella genetica (anche se non sappiamo ancora quale gene è responsabile della relativa mutazione). Le terapie attualmente disponibili, anche le chirurgiche, non portano alla totale remissione della malattia ma solo a un miglioramento della qualità della vita.
Cos’è il nistagmo nella vita quotidiana
Cosa significa nel concreto essere affetto da nistagmo? La malattia, alterando il sistema di messa a fuoco, ha come prima conseguenza una visione offuscata. Capita molto spesso, inoltre, che il soggetto interessato, alla ricerca di un campo visivo migliore, assuma una postura scorretta. Postura che determina un impatto negativo sull’equilibrio.
A quali segnali bisogna prestare attenzione per arrivare a una diagnosi quanto più precoce possibile? A quali centri bisogna rivolgersi? A quali esami bisogna sottoporsi per giungere alla diagnosi? E ancora, su cosa si sta concentrando oggi la ricerca sul nistagmo? Lo abbiamo chiesto al professore Adriano Magli, oculista chirurgo, che opera presso l’Università Federico II. Il professore Magli è, inoltre, membro del comitato tecnico scientifico di Nistagmo Italia, la giovane associazione creata da mamme di piccoli affetti da nistagmo con l’intento di portare aiuto ad altre famiglie che ogni giorno fanno i conti con le stesse difficoltà.
Inserita nella lista delle associazioni della rete Telethon, l’associazione sta lavorando perché il nistagmo entri nella lista delle malattie rare.
In copertina foto di Cindy Parks da Pixabay